Questi documenti sono da conservare tassativamente per almeno 10 anni. L’elenco per evitare brutte sorprese.
Viviamo in un periodo storico in cui tutto sembra dematerializzarsi e per questo molti pensano che basti una casella email o un’app per non doversi più preoccupare di conservare le (fastidiose ma utili) scartoffie. Eppure ci sono ancora molti documenti cartacei (o anche digitali) che è fondamentale conservare con attenzione per almeno dieci anni.
La ragione è semplice: la prescrizione legale, i controlli fiscali, le richieste di rimborso le semplici verifiche amministrative possono presentarsi anche a distanza di molto tempo. E trovarsi senza una prova di pagamento o un atto ufficiale potrebbe costare caro. Ecco quindi quali documenti dovresti tenere e perché.
Contratti di mutui o prestiti (e non solo)
Chi ha acceso un mutuo o sottoscritto un prestito deve conservare tutta la documentazione (quindi atti, piani di ammortamento o ricevute di pagamento) per almeno dieci anni. Questo per difendersi da eventuali errori contabili o richieste indebite.
Gli atti notarili relativi all’acquisto o alla vendita di immobili così come le dichiarazioni di successione vanno conservati a tempo indeterminato. Non hanno scadenza perché sono utili in caso di rivendicazioni o per la vendita futura.
Referti medici e bollette
Le cartelle cliniche, gli esami e i referti medici vanno anch’essi archiviati per almeno dieci anni sia per motivi legali (come contenziosi per malasanità) sia per fini sanitari, in particolar modo se si soffre di di patologie croniche.

Anche se spesso si tende a buttarle via dopo qualche mese, anche le bollette vanno tutte conservare per dieci anni, visto che l’Agenzia delle Entrate può contestare eventuali mancati pagamenti entro questo periodo.
Dalle fatture agli estratti conto bancari
Hai pagato una ristrutturazione, un elettrodomestico o un intervento tecnico? Se si tratta di un bene o di un servizio acqustato in modo saltuario faresti meglio a conservare la ricevuta per almeno dieci anni. In caso di contenzioso, solo questo documento può “salvarti”.
Anche le sentenze legali dovrebbero essere conservate per sempre, ma quelle relative a contenziosi generici possono essere archiviate per almeno dieci anni, il termine di prescrizione per l’esecutività.
Stessa cosa per le tasse comunali IMU, TARI e TASI. I Comuni possono infatti contestare i pagamenti arretrati di tributi locali entro dieci anni. Quindi è fondamentale conservare le ricevute e gli F24 per un decennio, specialmente in caso di cambi di residenza o intestazioni.
Le polizze vita, casa o sanitarie (e i relativi documenti) devono essere conservate per dieci anni dopo la chiusura, dato che eventuali richieste di rimborso possono emergere anche dopo molto tempo. Secondo il Testo Unico Bancario, le banche devono mantenere traccia delle operazioni per dieci anni, ma è sempre meglio che il clienti conservi i suoi estratti conto. Sono lo storico di tutte le operazioni finanziarie e possono fungere da prova in caso di frodi.





