Ecco come le spese per la badante possono far recuperare soldi nel 730. I documenti che devi portare al Caf.
Quali spese, esattamente, possono essere scaricate dal modello 730 per ottenere un risparmio sulle tasse? Tra le voci più rilevanti per molte famiglie italiane ci sono senz’altro le spese per l’assistenza domiciliaria agli anziani, in particolare quelle legate all’impiego di una badante.
Pochi lo sanno, ma assumere una badante può offrire vantaggi in termini fiscali molto concreti, con detrazioni e deduzioni a seconda dei casi. Ecco tutto ciò che dovresti sapere.
Dal 15 maggio modificabile il 730 precompilato
A partire dal 15 maggio 2025 sarà possibile iniziare a modificare e inviare il 730/2025. Chi già accede al proprio cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate può visualizzare la dichirazione precompilata. Ma l’aspetto più interessante riguarda proprio le spese deducibili e detraibili, come quelle legate all’assistenza personale a soggetti anziani o non autosufficienti.
In particolare, le spese sostenute per una badante possono far diminuire il reddito imponibile o l’imposta IRPEF da versare, il che offre un risparmio importante per chi, ogni mese, sostiene spese importanti per garantire cure e assistenza continua a una persona cara non autosufficiente.
Deduzioni: contribuzioni pagate all’INPS
Tra le agevolazioni più significative c’è la deduzione dei contributi previdenziali versati per colf e badanti. Questi contributi possono essere sottratti dal reddito complessivo fino a un massimo di 1.549,37 euro annui.

Trattandosi di una deduzione, questa voce riduce il reddito imponibile su cui si calcola l’IRPEF. In pratica, se si guadagnano 30.000 euro all’anno e si deducono 1500 euro l’imposta sarà calcolata su 28.500 euro. Un meccanismo senz’altro vantaggioso per i nuclei familiari che si trovano nei primi due scaglioni IRPEF.
Detrazioni: assistenza a persone non autosufficienti
Le detrazioni, invece, operano a valle del calcolo IRPEF. Non riducono il reddito imponibile, ma l’imposta da versare. È il caso ad esempio delle spese sostenute per l’assistenza a persone non autosufficienti, che possono essere detratte nella misura del 19% su un massimo di 2.100 euro. L’unico vincolo è il reddito complessivo del contribuente, che non deve superare i 40.000.
In pratica, se un contribuente spende 2100 euro per una badante che assiste un familiare non autosufficiente, potrà detrarre 399 euro dall’IRPEF dovuta. Un risparmio importante che diventa ancora più rilevante per chi già sostiene spese sanitarie e assistenziali alte.
Chi può accedere ai benefici
Per ottenere questi benefici occorre rispettare una serie di condizioni. Per prima cosa, l’assistenza deve essere fornita a una persona considerata non autosufficiente, e che quindi non riesce da sola a compiere le normali azioni quotidiane (mangiare, vestirsi, lavarsi ecc). Tale condizione deve essere confermata dai un medico e i documenti relativi devono essere conservati in casi di controlli.
In secondo luogo le spese devono essere tracciabili, quindi non possono essere state effettuate mediante contanti. Bonifici, pagamenti con carte di credito o assegni bancari sono gli unici pagamenti accettati.





