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Il Consiglio dei ministri si prepara a varare un provvedimento ad hoc sul Superbonus edilizio. Non una proroga del regime attuale ma una forma di sanatoria. Le forze di maggioranza avrebbero infatti trovato un’intesa per un nuovo intervento che salvaguardi un passaggio non troppo drastico dal regime del 110% e 90% di copertura statale degli importi dei lavori a quello del 70% che scatterà dal prossimo anno. 

Secondo quanto riporta l’Ansa, il 28 dicembre diverse fonti interne alla maggioranza di Governo hanno fatto sapere che prima del Consiglio dei ministri si sarebbero riuniti i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. A essi si sarebbe aggiunto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Ci sarebbe l’accordo per non inserire l’intervento nel decreto Milleproroghe ma in un provvedimento ad hoc. Non si tratterà di una proroga del Superbonus ma di una misura mirata.

I provvedimenti in Consiglio

Oltre a questa misura il Consiglio dei ministri del 28 dicembre ha analizzato 4 decreti fiscali, incluso quello che riduce le aliquote Irpef e il decreto Milleproroghe, sui quali c’è il consenso di tutti. Strada in discesa, dunque, per i decreti, finalizzati a rendere il sistema più semplice ed equo. In particolare, l’intervento sugli scaglioni Irpef era atteso al precedente Consiglio dei ministri, salvo poi i posticipo divenuto necessario per renderlo coerente con la Finanziaria in esame al Parlamento.

C’è consenso anche sul Milleproroghe che, come di consueto, vedrà convergere una miscellanea di deroghe in extremis che non sono entrate in manovra. Diverse invece la posizioni sul bonus edilizio al 110%, con Forza Italia che punta ad una proroga ed un Mef recalcitrante per scongiurare nuovi buchi di bilancio. Alla fine, come detto, ci sarà quasi certamente un provvedimento a parte.

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La grana del Superbonus

Attesa inizialmente con il Milleproroghe, la soluzione al Superbonus troverebbe spazio in un decreto legge ad hoc da parte del Consiglio dei ministri. Tra le ipotesi sul tavolo quella più selettiva di un Sal straordinario limitato solo ad alcune tipologie di lavori o l’alternativa di un rinvio di 3 mesi per chi ha completato almeno il 70% degli interventi entro quest’anno. Intanto, cifre alla mano, il Superbonus a novembre è costato complessivamente alle casse dello Stato 96 miliardi e a dicembre si attende un nuovo balzo di circa 20 miliardi. Da qui il freno del ministero dell’Economia.

La nuova Irpef

I quattro decreti legge fiscali in Consiglio dei ministri riguardano lrpef, statuto del contribuente, contenzioso tributario e cooperative compliance. Con il primo provvedimento parte il primo modulo della riforma fiscale, al momento finanziato solo per il 2024. Le aliquote Irpef si riducono da quattro a tre accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro.

L’aliquota sale al 35% per i redditi fino a 50.000 euro e al 43% oltre i 50.000. Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area. La riforma garantisce un beneficio massimo di 260 euro annue (21 circa se divisi per 12 mensilità) per la fascia di reddito tra 30mila e 50mila euro. Oltre i 50mila euro invece il vantaggio fiscale verrà neutralizzato da un taglio equivalente delle detrazioni.

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