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La manovra economico-finanziaria del Governo Meloni per il 2024 ha stanziato risorse per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici. Aumenti in arrivo, dunque. “L’incremento medio in busta paga sarà di 170 euro per tutti, pari al +6%. I medici avranno sicuramente di più“.

Lo ha affermato il 19 ottobre il ministro per la Pubblica amministrazione a Paolo Zangrillo al termine dell’incontro a Palazzo Vidoni con 13 sigle sindacali. Un vertice sui temi della manovra al quale le sigle hanno partecipato in rappresentanza di categorie del pubblico impiego e delle confederazioni. Si è discusso di rinnovi contrattuali per la tornata 2022-2024 e di politiche legate alla Pubblica amministrazione.

Per scaricare i costi sul 2023 e non gravare sul 2024 che sarà un anno complicato daremo un anticipo di 2 miliardi entro dicembre, magari prima della tredicesima” ha detto ancora il ministro Zangrillo. “È un anticipo che riguarda la parte Stato e, qualora ci saranno le risorse, anche per gli enti territoriali”, ha aggiunto.

Zangrillo e la manovra

Ma la manovra 2024 non dirà l’ultima parola. “Ci stiamo predisponendo per partire con il negoziato a gennaio, dopo l’approvazione della legge di bilancio, con un occhio di riguardo alla sicurezza, difesa, sanità ed enti locali” ha aggiunto infatti il ministro. Il quale ha poi spiegato di voler invertire la cronologia delle trattative che in genere partono dal comparto dello Stato. “Questa volta invece che prima lo Stato, partiamo dagli enti locali” ha sottolineato.

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Secondo Zangrillo la tornata contrattuale per i rinnovi 2022-2024 che partiranno a gennaio, avranno “importi lontani a coprire l’Ipca“, l’Indice dei prezzi al consumo, “che misura la perdita del potere d’acquisto dei salari. Ma ho detto ai sindacati che se avessimo potuto coprire l’Ipca avremmo dovuto fare una manovra da 31 miliardi, ha evidenziato. “Un conto sono i sogni, un conto la realtà” ha aggiunto auspicando che si possa procedere il “più in fretta possibile“. Tuttavia, ha ammesso il ministro, “non ho la palla di vetro, ma dobbiamo sforzarci di essere virtuosi nel percorso negoziale“.

La risposta dei sindacati

Secca la replica sindacale alle novità in manovra che il ministro ha reso note. “Zangrillo conferma l’insufficienza delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici” affermano, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David e le segretarie generali di Fp Cgil e Flc Cgil Serena Sorrentino e Gianna Fracassi. “Gli stanziamenti complessivi, infatti, sono lontanissimi dal coprire la perdita del potere d’acquisto di questi anni“.

Ma non c’è solo la manovra in sé per sé. “Sui salari – proseguono Re David, Sorrentino, Fracassi – il Governo ha compiuto scelte unilaterali. Le quali per quanto comportino risorse superiori agli stanziamenti rispetto ai ccnl 19/21, contratti che recuperavano l’inflazione, questa volta rimangono molto al di sotto sia dell’Ipca. Così come dell’inflazione reale, e falsano di fatto la capacità di recuperare il potere d’acquisto dei salari“. “Non ci sono – avvertono – stanziamenti ulteriori per completare la riforma degli ordinamenti e non c’è lo sblocco del salario accessorio, limitando, ancora una volta, la leva della crescita del salario e della produttività“.

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