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Trattenute indebite in busta paga per auto aziendale, no alla restituzione

Esonero versamento contributi per aziende che non richiedono CIG

La Corte Suprema di Cassazione, con la ordinanza n. 2293 del 2018, ha stabilito tra le altre cose che è escluso “il riconoscimento del diritto alla restituzione delle indebite trattenute in busta paga per l’auto aziendale” (dal Quotidiano del Diritto del Sole 24 Ore del 31.1.2018).

Vediamo insieme i fatti di causa.

Con Decreto del 28 novembre 2013, il Tribunale di Arezzo riconosceva a …, già ammesso allo stato passivo di … spa in a.s. in via privilegiata ai sensi dell’art. 2751 bis n. 1 c.c. per i crediti di € 10.876,06 per compensi di lavoro subordinato e di € 6.496,49 per indennità dovute per la cessazione del rapporto di lavoro subordinato (cui era tenuta in via solidale anche la cessionaria di ramo d’azienda … srl quale coobbligata solidale), l’ulteriore credito di € 30.000 in via chirografaria, a titolo di risarcimento del danno per la mancata assegnazione degli obiettivi degli anni 2008 e 2009 e di € 84.608,64 in via privilegiata ai sensi dell’art. 2751 bis n. 1 c.c., a titolo di indennità sostitutiva del preavviso e relativa incidenza sul Tfr e di indebita trattenuta per uso dell’autovettura aziendale.

Avverso tale decreto … spa in a.s. ricorreva per cassazione con quattro motivi, cui resisteva … con controricorso.

La Corte Suprema di Cassazione ha quindi rigettato il ricorso e ha condanna la … spa in a.s. alla rifusione, in favore del controricorrente, delle spese del giudizio liquidate in € 200,00 per esborsi e € 5.000,00 per compensi professionali, oltre rimborso per spese generali in misura del 15% e accessori di legge.

Per saperne di più sulla vicenda di cui alla ordinanza 2293/18 consultare il testo integrale disponibile cliccando sul link.

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