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Tassa licenziamenti negli appalti novità in arrivo:

Verrà bloccata, molto probabilmente la tassa licenziamenti negli appalti, quando cioè l’impresa che subentra ad un’altra uscente e ne assorbe anche tutta la forza lavoro è obbligata a pagare il contributo NASpI.

A parlarcene è l’articolo (sulla tassa licenziamenti) pubblicato oggi (2.2.2016) dal Sole 24 Ore (Firma G. Tr.; Titolo. “Appalti, verso un altro stop per la «tassa sui licenziamenti»”) che vi proponiamo.

Ecco l’articolo.

Governo e Parlamento lavorano allo stop della «tassa sui licenziamenti» negli appalti, cioè all’obbligo di pagare il contributo Naspi anche quando l’impresa che subentra assorbe tutti i lavoratori dell’azienda uscente dal contratto. Il problema è scattato il 1° gennaio, allo scadere dei termini fissati a suo tempo dalla legge Fornero, e rappresenta un corto-circuito perché obbliga al finanziamento di un ammortizzatore sociale (da 490 euro per un anno di anzianità fino a 1.470 euro per tre anni di anzianità) anche quando in realtà non si determinano nuovi problemi di occupazione.

Sul punto il cantiere è ancora aperto, perché si tratta di individuare i confini dello stop e trovare le coperture necessarie, ma dovrebbe essere il passaggio in Senato del decreto legge Milleproroghe ad affrontare la questione. Questa mattina i voti sugli emendamenti al provvedimento cominceranno nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama, dove è arrivato anche il mini-fascicolo dei correttivi preparato dal Governo.

Del pacchetto fa parte lo slittamento a fine 2016 dei termini per preparare il portale nazionale delle aste pubbliche, mentre si sposta a fine maggio la scadenza entro la quale decidere sulle richieste degli enti locali di ripristinare l’ufficio del giudice di pace. Un mese in più è concesso al commissario delle Ferrovie del Sud Est per mettere a punto il piano di rilancio restando al riparo delle azioni esecutive da parte dei creditori In fatto di finanza pubblica, si prevede di replicare per un altro anno la procedura di riparto della quota premiale del fondo sanitario, e quella per l’assegnazione del fondo sperimentale alle Province.

Province e Città metropolitane attendono poi il via libera al rinnovo dei contratti precari anche per chi ha sforato il Patto del 2015, che dovrebbe arrivare con un correttivo ad hoc, mentre sembrano allungarsi i tempi per la ridefinizione delle sanzioni finanziarie.

I Comuni, dal canto loro, tornano alla carica sulle loro proposte che hanno superato il vaglio dell’ammissibilità, a partire dall’estensione degli strumenti per compensare il salario accessorio già pagato ai dipendenti negli ultimi anni e considerato illegittimo dalla Ragioneria generale o dalla Corte dei conti. Anche sul punto sono in corso limature per la presentazione di un testo definitivo, che deve coniugare l’esigenza di affrontare un problema diffuso con quella di evitare una «salvagente» troppo largo. Saranno confermati per un altro anno, poi, gli strumenti flessibili di modifica del bilancio statale, in attesa dell’applicazione a regime delle nuove regole.

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