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Aumento aliquote Gestione separata INPS e protesta in rete

Abbiamo pubblicato ieri la Circolare n. 27 del 05 febbraio 2015, con la quale l’INPS informava gli iscritti alla Gestione separata e titolari di partita IVA, sulle nuove aliquote contributive per l’anno 2015. Per i soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie, le aliquote sono state aumentate dal 27,72% al 30,72% di cui il 30% è l’IVS e lo 0,72% è destinata al finanziamento degli assegni per il nucleo familiare, la degenza ospedaliera, la malattia, l’indennità di maternità e il congedo parentale (come chiarito dalla Circolare n. 27). Stesse percentuali anche per i collaboratori che invece nel 2014 avevano l’aliquota ordinaria al 28,72%. Invece per i lavoratori già titolari di pensione e gli assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie, l’aliquota contributiva sale al 23,50% dal 22% dello scorso anno (nel 2016 salirà al 24%).

Le predette aliquote del 30,72 e del 23,50 sono applicabili entro i massimali e i minimi di reddito che sono fissati rispettivamente a 100.324 euro (superato il quale non saranno più dovuti contributi) e a 15.548. E quindi, come si legge nella Circolare n. 27/2015, nel caso in cui il predetto minimale (15.548) non dovesse essere raggiunto entro la fine dell’anno, l’Istituto di previdenza accrediterà i mesi corrispondenti al contributo versato.

Appare evidente, quindi, che la Legge di Stabilità 2015, non ha introdotto misure di agevolazione per la categoria (da sempre ritenuta poco tutelata) al contrario di quanto avvenuto lo scorso anno.

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Ma occorrono altre risorse, almeno 180 milioni di euro, per scongiurare o quanto meno limitare tale aumento che ricadrà sui professionisti e coloro che sono iscritti alla Gestione separata. Se ciò non sarà possibile, le aliquote nel 2018 potrebbero raggiungere addirittura la percentuale del 33% ed è per questo che le correnti politiche chiedono al Governo di rispettare gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio per cercare di arginare tale situazione.

Nel frattempo le associazioni di professionisti e freelance hanno fatto partire una protesta su Twitter, con più di 3500 tweet (hashtag #refurtIVA lanciato da @actainrete) in meno di un’ora, e quasi tutti indirizzati a Matteo Renzi, per cercare di trovare un rimedio a tale situazione.

Tra l’altro il problema non è solo di ordine contributivo, ma anche fiscale: la modifica introdotta dalla Legge di Stabilità ha rettificato il regime forfettario con un aumento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva dal 5% del regime precedente dei minimi al 15% e ha circoscritto le condizioni di accesso e permanenza fissando la soglia unica dei ricavi o compensi, per tutte le attività, da 30.000 euro a 15.000 euro per i professionisti.

Molto probabilmente la materia potrebbe essere riformata (intervento sulle soglie e sulle imposte), sempre se si reperiranno le risorse necessarie, in occasione del vaglio dei provvedimenti di attuazione della delega fiscale sulla revisione dei regimi “semplificati” all’esame del Consiglio dei Ministri il prossimo 20 febbraio 2015.

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