In queste settimane, molti pensionati stanno ricevendo lettere dall’INPS che segnalano l’indebito pagamento di somme. Come comportarsi
Le missive recano l’annuncio che i contribuenti dovranno restituire parte delle loro pensioni. Questi comunicati, che stanno creando non poco allarme tra i destinatari, riguardano principalmente l’integrazione al trattamento minimo e, in particolare, la maggiorazione sociale, meglio conosciuta come l’“incremento al milione”.
Tuttavia, la situazione non è sempre causata da errori dei beneficiari, ma piuttosto da una prassi dell’Istituto che ha versato somme aggiuntive in modo provvisorio, in attesa della conferma dei redditi effettivi.
L’origine del problema: l’assegnazione provvisoria delle maggiorazioni sociali
Il sistema pensionistico prevede, per alcuni pensionati, l’assegnazione di prestazioni integrative, come la maggiorazione sociale, che viene erogata sulla base di stime provvisorie dei redditi. Questa misura, introdotta dalla legge 448 del 2001, ha l’obiettivo di integrare le pensioni più basse, ma la sua erogazione dipende dai redditi annui effettivi. Se, al momento del calcolo finale, si riscontra che il pensionato supera le soglie di reddito previste, l’INPS procede con il recupero delle somme indebitamente versate, a volte anche per più di un anno.

L’erogazione dell’incremento al milione è vincolata al rispetto di specifiche soglie di reddito, che vengono aggiornate annualmente. Ad esempio, nel 2023, il limite per un pensionato single era di 9.102 euro, mentre nel 2024 è stato innalzato a 9.555 euro. Per i coniugati, il limite nel 2023 era di 15.644 euro, mentre nel 2024 è stato fissato a 16.500 euro. Se il reddito effettivo del pensionato supera queste soglie, l’INPS ha il diritto di richiedere la restituzione delle somme indebitamente percepite.
Sebbene questa sia la prassi, è fondamentale che i pensionati verifichino accuratamente la propria posizione reddituale. In alcuni casi, infatti, potrebbe esserci stato un errore nei calcoli o una registrazione errata dei redditi, e in tali situazioni è possibile presentare una contestazione all’INPS. Tuttavia, la procedura di reclamo può risultare lunga e complessa, quindi è sempre meglio monitorare costantemente la propria situazione fiscale e pensionistica.
Se un pensionato riceve una lettera dell’INPS che segnala un indebito pagamento, il primo passo è quello di verificare con attenzione il proprio reddito annuo, confrontandolo con le soglie indicate dalla legge. In caso di dubbio, è possibile contattare l’INPS per chiedere chiarimenti o procedere con la contestazione formale dell’addebito. Inoltre, è sempre consigliato rivolgersi a un esperto di consulenza fiscale o a un patronato, che può assistere gratuitamente nella gestione della pratica.





