Da gennaio i beneficiari riceveranno un assegno record: sarà un Natale da sogno per molti. Cosa c’è da sapere.
Lunedì 1° dicembre sono state pagate le pensioni con la tredicesima, e molti pensionati hanno ricevuto un importo netto più alto grazie alla sospensione temporanea delle addizionali regionali e comunali. Terminata questa fase, l’attenzione si sposta sul primo cedolino del 2026, quello di gennaio, dove verrà indicato il nuovo importo aggiornato con la rivalutazione annuale.
Restano, invece, da confermare gli effetti dell’aumento di circa 20 euro previsto dalla legge di Bilancio e quelli legati al taglio dell’Irpef, misure che diventeranno effettive solo dopo l’approvazione definitiva della manovra e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Pensione, triplo assegno da gennaio: ecco le cifre esatte e tutti i beneficiari
Come già accaduto negli anni precedenti, l’Inps applicherà sul cedolino soltanto le norme già operative. La rivalutazione scatterà senza dubbi a gennaio, mentre per l’incremento al milione e per la riduzione dell’Irpef bisognerà attendere almeno febbraio, quando l’istituto avrà ricevuto l’autorizzazione definitiva da parte del Parlamento.

Nel cedolino di gennaio rientrano anche alcune trattenute. Dopo la pausa di dicembre tornano infatti le addizionali regionali e comunali in saldo per l’anno precedente, mentre da marzo riprenderà l’acconto relativo all’anno in corso.
Se le ritenute applicate durante l’anno sono state inferiori al dovuto, l’Inps procede al recupero, effettuando trattenute che possono ridurre l’assegno di gennaio e febbraio. Chi percepisce meno di 18.000 euro lordi annui è maggiormente tutelato, poiché eventuali debiti fiscali superiori ai 100 euro vengono suddivisi in rate mensili fino a novembre.
L’inizio dell’anno porta anche un ritardo nei pagamenti. La normativa stabilisce che la pensione venga accreditata il secondo giorno bancabile di gennaio. Poiché il primo è festivo e il secondo cade di sabato, il pagamento avverrà il 3 gennaio per chi utilizza Poste Italiane e il 5 gennaio per chi si affida alle banche.
La nota positiva riguarda però l’aumento dovuto alla rivalutazione, fissata all’ 1,4%. Ciò permette un piccolo incremento proporzionale dell’assegno, che cresce di circa 14 euro per una pensione di 1.028 euro per chi percepisce 2.000 euro. Per gli importi oltre quattro volte il trattamento minimo, la rivalutazione viene applicata in misura ridotta in base al reddito.
Gli altri aumenti annunciati dalla manovra non saranno invece presenti nel cedolino di gennaio. Il primo riguarda la revisione dell’Irpef, che riduce dal 33 al 35% l’aliquota del secondo scaglione, con un possibile risparmio fiscale fino a circa 440 euro annui per chi rientra nella fascia più elevata.
Il secondo riguarda la maggiorazione sociale, nota come incremento al milione, destinata a chi percepisce una pensione inferiore al trattamento minimo e ha almeno settant’anni, con possibilità di ridurre il requisito anagrafico grazie ai contributi versati.





