La tecnologia è ormai parte integrante della vita quotidiana e lo smartphone rappresenta uno strumento indispensabile, ma il suo uso improprio può avere conseguenze pesanti. In ambito lavorativo, infatti, la gestione corretta dei dispositivi digitali diventa cruciale, soprattutto quando la sicurezza di persone e ambienti è direttamente coinvolta.

Una recente sentenza ha ribadito con forza come il confine tra libertà personali e doveri professionali debba essere rispettato con estrema attenzione e responsabilità. Il rischio di contestazioni disciplinari e sanzioni gravi, fino al licenziamento, è concreto quando la tecnologia viene utilizzata in modo scorretto sul lavoro.

Licenziamento diretto se usi il cellulare a lavoro

Il caso riguarda un addetto alla movimentazione merci, licenziato per giusta causa secondo le regole del Ccnl logistica, trasporto merci e spedizioni. L’uomo era stato sorpreso a utilizzare lo smartphone mentre guidava un mezzo elettrico in magazzino, distogliendo l’attenzione dalle mansioni affidategli.

Cellulare sul lavoro
In base alla mansione, l’infrazione è più o meno grave – diritto-lavoro.com

Durante l’accertamento, è emerso che stava guardando un video e indossava auricolari nascosti sotto le cuffie aziendali di protezione acustica. Nonostante i richiami dei responsabili, aveva continuato la marcia senza fermarsi, ignorando completamente le direttive impartite dai superiori.

L’azienda ha giudicato di estrema gravità un comportamento simile in un contesto ad alto rischio di incidenti. Il dipendente aveva contestato il licenziamento, sostenendo l’insussistenza dei fatti e la sproporzione della sanzione, presentando ricorso al giudice del lavoro.

Tra le sue difese, aveva anche citato la mancata affissione del codice disciplinare negli spazi aziendali, ritenendola una violazione organizzativa. Il tribunale di Parma ha però confermato la correttezza del provvedimento, ribadendo principi fondamentali di diligenza, sicurezza e proporzionalità.

Tre elementi hanno incastrato l’uomo: uso non autorizzato dello smartphone, auricolari nascosti per ingannare l’azienda e insubordinazione verso i superiori. Il giudice ha qualificato la condotta non come semplice disattenzione, ma come deliberata violazione delle regole aziendali e delle norme antinfortunistiche.

Le testimonianze dei presenti hanno confermato la dinamica, escludendo equivoci e rafforzando la posizione dell’azienda nel procedimento disciplinare. La sentenza ha sottolineato la pericolosità oggettiva del comportamento e il dolo, evidenziato dal tentativo di nascondere gli auricolari.

Non si trattava di negligenza, ma di una condotta grave che non consentiva la prosecuzione del rapporto di lavoro. Il giudice ha richiamato l’art. 2087 del Codice Civile, che impone all’imprenditore di tutelare l’integrità fisica e morale dei dipendenti.

La mancata affissione del codice disciplinare non ha avuto rilievo, poiché obblighi come diligenza e sicurezza fanno parte del minimo etico richiesto. La sentenza dimostra che l’uso del cellulare in mansioni pericolose non è mai un’infrazione lieve e può legittimare il licenziamento immediato.

In un’epoca dominata dai dispositivi digitali, i lavoratori devono gestire la tecnologia con responsabilità, soprattutto nei luoghi di lavoro ad alto rischio. Per quanto sia oggi fondamentale avere accesso allo smartphone rimane comunque subordinato al rapporto di lavoro e alla sicurezza generale.