Prezzi competitivi ma molti costi nascosti: come valutare davvero la convenienza delle auto all’asta. Tutti i dettagli
Forse non è tanto nell’uso comune ma anche le auto possono essere acquistate all’asta. Come succede con qualsiasi altro bene messo in vendita con questa tipologia, la percezione è quella di ottenere un gran risparmio, soprattutto quando i prezzi del mercato, per così dire “tradizionale”, risultano eccessivi. Per di più le piattaforme online e le procedure giudiziarie rendono oggi questo canale più accessibile rispetto al passato, attirando privati e piccoli professionisti in cerca dell’affare. Ma come funziona realmente un’asta e quali elementi possono incidere sul costo finale del veicolo?
Le vendite giudiziarie, in particolare, includono spesso auto sottratte ai precedenti proprietari per motivi legati a debiti, fallimenti o provvedimenti penali. Questo significa che si tratta di veicoli reali, spesso in buone condizioni, e messi sul mercato per recuperare denaro utile al pagamento dei creditori. Il vantaggio è evidente: il prezzo può essere molto più basso rispetto a quello di una concessionaria. La difficoltà, però, sta nel valutare correttamente ciò che si sta acquistando, perché non sempre le condizioni del veicolo sono immediatamente verificabili.
La possibilità di ottenere un buon affare esiste, ma richiede preparazione. Le aste non funzionano come una normale compravendita: non includono garanzie e richiedono all’acquirente una conoscenza minima delle procedure e dei rischi. Ecco perché, prima di partecipare, è utile analizzare bene quali costi bisogna considerare e quale attenzione richiede ogni fase dell’asta.
Quali auto finiscono all’asta
Le auto all’asta provengono quasi sempre da sequestri, pignoramenti o fallimenti. Si tratta di veicoli sottratti a persone o aziende con debiti verso lo Stato o altri creditori. Il loro prezzo di partenza è inferiore a quello di mercato, ma non si deve dare per scontato che siano privi di difetti: potrebbero esserci problemi meccanici o danni non dichiarati. Per questo motivo è fondamentale consultare perizie e fotografie, quando presenti, e fare verifiche preliminari approfondite.

Per partecipare a un’asta è necessaria una registrazione e il versamento di una cauzione, di solito fino al 20% del valore base del veicolo. Le modalità di gara possono essere differenti: incanto tradizionale, gara online o offerte a busta chiusa. Ovviamente si deve cercare di presentare l’offerta più alta. Una volta aggiudicato il bene, l’acquirente diventa obbligato al pagamento entro i termini stabiliti. Non esistono ripensamenti: chi vince deve completare l’acquisto.
Ma ecco che sorgono le prime riflessioni: il prezzo di aggiudicazione non coincide quasi mai con il costo reale dell’auto. Oltre alla cauzione iniziale, potrebbero esserci da pagare l’IVA, soprattutto quando si tratta di beni appartenuti a imprese o fallimenti, le commissioni della casa d’aste, le spese amministrative indicate nell’avviso ed eventuali debiti pendenti sul veicolo, che in alcuni casi ricadono sull’acquirente.
È inoltre necessario verificare che, dopo l’acquisto, vengano cancellati eventuali fermi amministrativi o gravami. Come già accennato le auto vendute tramite aste giudiziarie non prevedono alcuna forma di garanzia. Non è possibile provarle su strada, e spesso non si possono osservare dal vivo. Questo significa che eventuali difetti meccanici o problemi nascosti restano a carico dell’acquirente. Inoltre, ottenere un finanziamento specifico per questo tipo di acquisto può essere complicato: molte banche evitano di concedere prestiti per veicoli provenienti da aste.





