Il Governo Meloni ha recentemente confermato la sua intenzione di stimolare la permanenza dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro
L’Esecutivo ha introdotto il cosiddetto “bonus Giorgetti”. Questa misura, che rientra in un piano più ampio di contenimento della spesa previdenziale, si propone di alleggerire il sistema pensionistico, evitando un’ondata di pensionamenti anticipati che potrebbe mettere a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche.
L’obiettivo del bonus è chiaro: incentivare chi ha già maturato i requisiti per il pensionamento anticipato a restare attivo nel mondo del lavoro per un periodo più lungo, in modo da ritardare il suo accesso alla pensione e continuare a contribuire al sistema previdenziale. Questo non solo favorisce l’occupazione, ma consente anche di valorizzare l’esperienza e le competenze dei lavoratori senior, fondamentali per il buon funzionamento delle aziende.
Il Bonus Giorgetti: come funziona
Questo incentivo economico, che ha visto una sua prima formulazione nel cosiddetto “bonus Maroni”, è stato confermato nella bozza della legge di bilancio e si applica ai dipendenti, sia pubblici che privati, che decidono di continuare a lavorare nonostante abbiano già raggiunto i requisiti per andare in pensione. La grande novità consiste nel fatto che, in cambio della scelta di rimanere al lavoro, ai beneficiari viene restituita l’intera quota di contributi previdenziali che altrimenti sarebbe stata versata all’ente previdenziale (INPS). Per i lavoratori del settore privato, questa somma corrisponde al 9,19% del loro stipendio lordo, mentre per quelli del pubblico impiego la percentuale è pari all’8,89%.

Questi contributi non vanno più a finanziare direttamente la previdenza pubblica, ma vengono riversati in busta paga, aumentando l’importo netto percepito dal lavoratore. Importante sottolineare che tale somma è esente da tassazione e non contribuisce alla formazione del reddito imponibile, come specificato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.).
Il bonus Giorgetti è destinato a una vasta platea di lavoratori, ma non senza alcune esclusioni. Non possono usufruire dell’incentivo coloro che già percepiscono una pensione diretta (eccetto per i beneficiari di pensione d’invalidità) o coloro che hanno già fatto domanda per il pensionamento. Inoltre, il beneficio è subordinato all’approvazione dell’INPS e alla presentazione della domanda online da parte degli interessati.
Un’altra considerazione importante riguarda la tempistica: il bonus è applicabile a chi maturerà i requisiti per la pensione anticipata entro la fine dell’anno prossimo, con le stesse modalità operative previste attualmente.
Per quanto riguarda i costi per le aziende e le pubbliche amministrazioni, il bonus non comporta modifiche significative. Il datore di lavoro continuerà a versare la sua quota di contributi all’INPS, senza alcun cambiamento sul piano finanziario complessivo. Ciò che cambia è che la quota del lavoratore viene trasferita in busta paga. In altre parole, la posizione previdenziale del dipendente non subisce alcun danno, ma il lavoratore riceve la somma direttamente come parte della sua retribuzione.





