Requisiti più rigidi, controlli serrati e documentazione aggiornata: ecco perché molti rischiano di perdere i benefici della Legge 104

Chi convive con una disabilità o assiste un familiare in difficoltà, da oltre 30 anni sa di poter contare sulla legge 104. Questa legge infatti è nata per tutelare concretamente – attraverso agevolazioni fiscali, permessi retribuiti, congedi – chi si trova in queste situazioni, diventando un vero pilastro del welfare italiano. Ma negli ultimi mesi qualcosa è cambiato: nuove indicazioni dell’INPS e criteri più selettivi stanno creando dubbi e preoccupazioni tra i beneficiari.

Molte famiglie temono di non rientrare più nei requisiti, soprattutto alla luce dei controlli più frequenti e della richiesta di documentazione più completa e aggiornata. A complicare il quadro, il fatto che gli accertamenti oggi non si limitano alla verifica della condizione sanitaria, ma valutano anche il reale bisogno di assistenza e la posizione del caregiver.

Le nuove condizioni poste dall’INPS

C’è aria di allerta nel mondo della 104, ma la situazione non va però interpretata come un taglio generalizzato, bensì come un giro di vite sulla correttezza delle domande e sulla coerenza delle certificazioni. Per questo è essenziale capire cosa sta cambiando e quali categorie potrebbero essere più esposte al rischio di perdere i benefici.

Per la Legge 104, i caregiver evitano la revoca
Per la Legge 104, i caregiver evitano la revoca solo con documentazione in ordine e requisiti confermati dai controlli INPS – diritto-lavoro

L’INPS ha rivisto la modalità con cui vengono esaminate le richieste di Legge 104 e i successivi rinnovi. Le nuove linee guida chiedono una documentazione medica più dettagliata e aggiornata, verbali che dimostrino in modo chiaro la gravità della disabilità e verifica del bisogno concreto e continuo di assistenza, soprattutto nel caso dei caregiver.

In pratica, ciò che prima veniva accettato con certificazioni generiche ora richiede attestazioni precise e coerenti con i criteri stabiliti dall’Istituto. Ogni incongruenza può portare alla sospensione dei benefici.

Non tutti i beneficiari sono coinvolti allo stesso modo. Le categorie oggi più esposte sono tre:

  1. Caregiver familiari: Chi assiste un parente disabile potrebbe subire controlli più serrati sulla reale necessità della propria presenza. Se l’INPS ritiene che il supporto non sia continuativo o non giustificato, i permessi retribuiti potrebbero essere negati.
  2. Persone con disabilità riconosciuta grave: Le certificazioni saranno rivalutate con maggiore attenzione, e chi non presenta documenti aggiornati o non dimostra un peggioramento o una stabilità della condizione rischia la revoca dei benefici.
  3. Familiari con un grado di parentela “debole”: Alcune circolari tendono a privilegiare i parenti più stretti. Ciò significa che figure come nipoti, fratelli o affini potrebbero incontrare più ostacoli nell’ottenere o mantenere i permessi.

Questi criteri non vogliono penalizzare, ma restringere l’accesso a chi presenta documentazioni incomplete o non perfettamente allineate alla normativa. I controlli dell’INPS sono diventati più sistematici. Le visite di revisione servono a verificare:

  • la permanenza della condizione di disabilità;
  • la coerenza tra quanto dichiarato e lo stato di salute attuale;
  • la validità dei documenti presentati.

Durante la revisione è essenziale portare certificati medici recenti, relazioni specialistiche e qualsiasi documento utile a confermare la gravità della situazione. Ma cosa fare se la 104 viene revocata? Non farsi prendere dal panico, ma leggere con attenzione le motivazioni indicate dall’INPS, raccogliere documentazione medica aggiuntiva e presentare ricorso nei tempi previsti, anche con il supporto di un patronato o di un legale specializzato.