A novembre, pensioni incassate in leggero ritardo, per via del calendario. Ma il vero cambiamento arriverà nel 2026

Un cambiamento che, in realtà, inizierà a a dicembre, quando i pensionati vedranno aumenti significativi, un anticipo di ciò che accadrà anche a gennaio 2026.

Il mese di dicembre porta con sé una novità importante per i pensionati, a partire dal pagamento della tredicesima mensilità. Questo mese è caratterizzato dal bonus extra che tutti i pensionati ricevono, tranne quelli che percepiscono la pensione con l’APE sociale. Per questi ultimi, dicembre rappresenta una sorta di “doppiaggio” del rateo: infatti, la tredicesima è, di fatto, una pensione aggiuntiva che moltiplica il sostentamento di molti pensionati, rendendo il mese particolarmente ricco.

Tuttavia, non tutti i pensionati ne beneficeranno allo stesso modo. Se una parte della pensione è tassata al 35% – come nel caso di chi rientra nel secondo scaglione IRPEF – la tredicesima subisce lo stesso prelievo fiscale, riducendone l’importo netto. Inoltre, chi gode di detrazioni fiscali sulla pensione, queste sono applicate solo sui ratei mensili, ma non sulla tredicesima, che, di conseguenza, risulta più “pesante” dal punto di vista fiscale.

Pensioni: cosa cambia nel 2026

Un altro elemento che arricchirà il rateo di dicembre per molti pensionati sarà l’erogazione della quattordicesima mensilità per coloro che hanno compiuto 64 anni a partire da luglio 2025. La quattordicesima, che è una maggiorazione sociale, verrà distribuita in misura variabile a seconda dell’importo della pensione e dei contributi versati. Questo extra mensile si applica solo a chi percepisce una pensione che non supera due volte il trattamento minimo INPS, per cui è un beneficio limitato ma importante per molti pensionati.

Pensioni 2026, novità
Pensioni: le novità del 2026 – (diritto-lavoro.com)

Inoltre, dicembre rappresenta un mese favorevole anche sotto l’aspetto fiscale: le imposte locali, come quelle regionali e comunali, non sono applicate sui ratei di pensione di dicembre, facendo salire l’importo netto. Le addizionali comunali e regionali vengono infatti calcolate solo per i primi undici mesi dell’anno, escludendo il mese di dicembre, che si presenta quindi come un’opportunità di guadagno in più per i pensionati.

Ma l’anno prossimo non finisce qui. A gennaio 2026, i pensionati vedranno un altro cambiamento importante: la rivalutazione annuale delle pensioni, che quest’anno avverrà secondo un tasso di inflazione del 1,6%. Le pensioni inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS beneficeranno dell’intero incremento, con un aumento che corrisponderà a circa l’1,6% dell’importo.

Per chi riceve pensioni più alte, superiori a quattro volte il trattamento minimo, l’aumento sarà ridotto. In particolare, la parte eccedente le quattro volte il minimo e fino a cinque volte sarà rivalutata solo al 90% del tasso di inflazione, ovvero un incremento dell’1,44%. La parte della pensione che supera cinque volte il trattamento minimo, infine, avrà una rivalutazione più contenuta, pari al 75% dell’inflazione, con un aumento dello 1,20%.