Il bonus da 500 euro destinato alla formazione degli insegnanti è ancora bloccato. Tra decreti in ritardo e silenzi istituzionali, cresce la frustrazione di una categoria che si sente dimenticata
Il mondo della scuola italiana in questi ultimi giorni gira intorno alla Carta del docente, un bonus di 500 euro annuale destinato ai docenti di ruolo delle scuole statali per la loro formazione e l’aggiornamento professionale. Bonus che però non ancora attivo, cosa che ha portato agli sgoccioli la pazienza dei professori, che l’attendono dall’ inizio dell’anno scolastico.
Siamo alla fine ottobre e la piattaforma è ancora ferma, e l’assenza di comunicazioni ufficiali sta creando un clima di incertezza e irritazione. L’attesa, di per sé già lunga, è aggravata da un silenzio istituzionale che lascia spazio solo a ipotesi e sospetti. I docenti, molti dei quali contano su quel bonus per acquistare libri, corsi di aggiornamento o strumenti digitali indispensabili, si sentono abbandonati. Le chat scolastiche e i gruppi social dedicati alla categoria sono ormai diventati valvole di sfogo, dove rabbia e delusione si intrecciano in un coro di proteste.
Eppure, dietro il ritardo non ci sarebbe un problema tecnico, ma una questione politica e amministrativa ben più complessa. La Carta docente, nata nel 2015 è oggi al centro di una revisione strutturale che coinvolge direttamente il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e quello dell’Economia e delle Finanze (MEF). È infatti atteso un decreto congiunto che stabilisca importo, modalità e criteri per l’erogazione del bonus relativo all’anno scolastico 2025/2026.
Un bonus da 500 euro che divide
Il nodo principale riguarda il numero dei beneficiari. Negli ultimi mesi, il Governo ha annunciato l’intenzione di estendere la Carta anche ai docenti precari, una novità accolta positivamente sul piano dei diritti, ma che ha complicato i calcoli del Ministero sul fronte economico. Alcune indiscrezioni parlavano di una possibile riduzione dell’importo per compensare l’allargamento della platea. Tuttavia, fonti interne avrebbero confermato che la cifra di 500 euro dovrebbe rimanere invariata almeno per quest’anno.

La data chiave è l’8 novembre 2025, termine entro il quale il Decreto Legge n. 127, che contiene anche le norme sulla Carta docente, dovrà essere convertito in legge. Solo allora si potrà procedere con l’attivazione ufficiale della piattaforma. Se i tempi parlamentari lo consentiranno, l’accredito potrebbe arrivare nei primi giorni di novembre, ma nessuno si sbilancia.
Nel frattempo, cresce la sensazione di impotenza. I docenti parlano di “ennesimo ritardo ingiustificato” e denunciano una burocrazia che “non rispetta chi lavora ogni giorno per la scuola”. Le critiche non si limitano ai tempi: molti contestano anche le nuove restrizioni sugli acquisti, come quella che consentirebbe di comprare dispositivi tecnologici solo una volta ogni quattro anni.
C’è poi chi rilancia la proposta di inserire la Carta direttamente nello stipendio, trasformando il bonus in una voce fissa della busta paga. Una soluzione che, secondo molti, metterebbe fine a questa “telenovela” annuale e restituirebbe dignità a una misura nata per valorizzare la professionalità dei docenti.





