Il governo introduce un aumento sulle pensioni minime e rafforza l’Assegno di Inclusione, con nuove soglie ISEE e contributi per chi vive in affitto.
Con l’avanzamento della legge di Bilancio 2026, emergono novità significative per i pensionati italiani, in particolare per chi percepisce pensioni minime. Il governo ha confermato l’intenzione di incrementare di 20 euro mensili l’importo delle pensioni più basse, un aggiustamento che si somma alla consueta rivalutazione basata sull’andamento dell’inflazione. Questo intervento mira a migliorare il potere d’acquisto di una fascia di pensionati particolarmente vulnerabile, in un contesto economico segnato da un’inflazione ancora presente, seppur in lieve rallentamento rispetto agli anni precedenti.
Aumento pensioni minime e potenziamento dell’Assegno di Inclusione
L’inflazione, che secondo le ultime stime ISTAT si attesta intorno all’1,6% per il 2026, non solo determina la rivalutazione automatica delle pensioni, ma apre anche la strada a ulteriori misure di sostegno. In particolare, per pensionati con redditi bassi e nuclei familiari modesti, sarà possibile accedere all’Assegno di Inclusione, una prestazione integrativa che potrà portare l’importo mensile della pensione fino a 693 euro nel prossimo anno.
L’Assegno di Inclusione è rivolto agli over 67 con ISEE entro specifici limiti, e rappresenta un importante strumento di integrazione del reddito. Attualmente, il limite ISEE per accedere a questa misura è fissato a 10.140 euro, mentre il reddito familiare complessivo non deve superare 8.190 euro annui. Per i nuclei esclusivamente composti da persone anziane o con componenti disabili, l’integrazione può raggiungere fino a 8.190 euro annui, equivalenti a 682,50 euro al mese.
Per usufruire dell’Assegno di Inclusione, oltre al requisito dell’ISEE aggiornato al 2024, è necessario che la pensione percepita risulti inferiore a 682,50 euro mensili. In questo caso, l’INPS erogherà un’integrazione che copre la differenza fino a raggiungere tale soglia. Inoltre, è previsto un beneficio aggiuntivo per chi vive in affitto: un contributo mensile di 150 euro destinato a sostenere le spese abitative.

Facciamo un esempio concreto: un pensionato che percepisce una pensione di 500 euro al mese e non dispone di altri redditi, può richiedere un’integrazione di 182,50 euro mensili tramite l’Assegno di Inclusione, raggiungendo così la soglia minima di 682,50 euro. Se è inoltre in affitto, riceverà un ulteriore sostegno di 150 euro, portando l’importo totale a 832,50 euro mensili.
Nel corso del 2026, l’Assegno di Inclusione potrebbe essere oggetto di rivalutazione in linea con l’inflazione, che, come anticipato, è stimata all’1,6%. Se confermato, ciò comporterebbe un aumento dell’importo massimo mensile a 693,42 euro. Al momento, non è ancora ufficiale che l’adeguamento seguirà esattamente lo stesso criterio applicato alle pensioni e agli altri trattamenti INPS, ma la probabilità è alta, considerata la necessità di mantenere in linea il sostegno economico con l’andamento del costo della vita.
La legge di Bilancio 2026, quindi, si configura come una risposta concreta alle esigenze dei pensionati più fragili, rafforzando il sistema di protezione sociale e garantendo una maggiore dignità economica a chi percepisce pensioni minime. Questi interventi rappresentano un passo importante nel contrasto alla povertà tra gli anziani e nel sostegno al potere d’acquisto in un quadro economico ancora sfidante.





