Nel 2026 la pensione anticipata a 64 anni resta accessibile solo ai contributivi puri con almeno 20 anni di versamenti e importo minimo di 1.642 euro mensili. Ecco requisiti e novità.

Le possibilità di andare in pensione a 64 anni restano nel 2026 un privilegio riservato a una cerchia ristretta di lavoratori, in particolare quelli con pensione interamente contributiva. La manovra finanziaria non ha infatti previsto un’estensione di questa misura, né la reintroduzione di strumenti come la Quota 103 o la pensione Opzione Donna, entrambe cancellate. Di conseguenza, la soglia di accesso e i requisiti economici rimangono stringenti, e l’assegno mensile si attesterà intorno a 1.642 euro, imponendo una riflessione approfondita sulle reali opportunità e criticità di questa opzione pensionistica.

La pensione anticipata a 64 anni: chi può beneficiarne e a quale importo

Nel 2026, la pensione anticipata a 64 anni sarà disponibile esclusivamente per i cosiddetti “contributivi puri”, ovvero coloro che hanno accumulato almeno 20 anni di contributi e che maturano una pensione non inferiore a tre volte l’Assegno Sociale, che per il 2026 si attesterà intorno a 547 euro mensili, portando così la soglia minima dell’assegno pensionistico a circa 1.642 euro al mese.

Questa condizione economica rappresenta un ostacolo significativo per molti lavoratori, poiché l’aumento dell’Assegno Sociale, che nel 2026 crescerà dell’1,6%, innalza anche la soglia minima richiesta per accedere anticipatamente alla pensione. Tuttavia, esistono alcune deroghe. Ad esempio, è consentito integrare la pensione con la rendita di un fondo previdenziale complementare, a condizione di avere almeno 25 anni di contributi versati alla previdenza obbligatoria.

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Pensione: novità – Diritto-lavoro.com

Le lavoratrici madri possono beneficiare di soglie di accesso più agevolate: con due o più figli, si accede con una pensione pari a 2,6 volte l’Assegno Sociale (circa 1.423 euro), mentre con un solo figlio la soglia è di 2,8 volte (circa 1.532 euro mensili).

L’importo della pensione anticipata flessibile è calcolato interamente con il sistema contributivo e non può superare quattro volte il trattamento minimo previsto dalla legge. È inoltre previsto il divieto di cumulo con redditi da lavoro, fatta eccezione per il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro lordi annui. La produzione di redditi superiori comporta la sospensione dell’erogazione della pensione.

L’attuale scenario pensionistico italiano, dunque, offre ancora poche vie per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro rispetto all’età ordinaria, privilegiando chi ha versato contributi consistenti e rispettando rigidi criteri economici. Restano in vigore alcuni strumenti di flessibilità, ma la loro applicazione è limitata e richiede un’attenta valutazione individuale.