Può accadere ovunque: in metropolitana, in una coda affollata o durante un concerto. Un contatto fugace, un leggero urto contro la borsa o la giacca, e qualcuno ha appena tentato di sottrarre denaro con un POS portatile. Nessun rumore, nessuna richiesta di PIN, solo pochi secondi e un piccolo prelievo che passerà inosservato fino all’estratto conto del mese successivo. È questa la nuova frontiera dei furti contactless, praticata dai cosiddetti pickpocket 2.0.

Il progresso dei pagamenti digitali ha reso la vita più comoda ma, al tempo stesso, ha aperto spazi di vulnerabilità. Le carte contactless, basate sulle tecnologie NFC (Near Field Communication) e RFID (Radio Frequency Identification), consentono transazioni rapide senza inserire il codice segreto sotto una certa soglia. Tuttavia, questo meccanismo può essere sfruttato da chi, armato di POS modificati, si avvicina alle borse delle vittime per avviare microtransazioni non autorizzate.

Secondo i dati riportati da Geopop, tra il 2019 e il 2021 l’uso dei pagamenti contactless è cresciuto dal 37% a oltre il 53%, spinto anche dalle esigenze igieniche imposte dalla pandemia. Ma a questo incremento è corrisposto un parallelo aumento delle truffe digitali, dallo skimming (la clonazione dei dati delle carte) alle transazioni fraudolente tramite POS pirata. La buona notizia è che difendersi è possibile, e la soluzione si trova proprio nello strumento che portiamo ogni giorno in tasca: lo smartphone.

Wallet digitali: la barriera invisibile che blocca i truffatori

I portafogli digitali come Apple Pay, Google Wallet e Samsung Pay rappresentano oggi la difesa più efficace contro i furti contactless. A differenza della carta fisica, ogni pagamento effettuato tramite smartphone richiede un’autenticazione biometrica — impronta digitale o riconoscimento facciale — oppure un PIN.

Non solo. Il numero reale della carta non viene mai trasmesso al POS: il sistema genera un token, un codice temporaneo che vale solo per quella transazione. Questo processo, chiamato tokenizzazione, impedisce a chiunque di intercettare o riutilizzare i dati della carta. In pratica, anche se un truffatore avvicinasse un POS al vostro telefono, non potrebbe effettuare alcuna transazione, poiché lo smartphone non si attiva senza il consenso dell’utente. Per ridurre al minimo i rischi:

Usate sempre il wallet digitale per i pagamenti.

Lasciate la carta fisica a casa quando non serve.

Impostate un blocco biometrico e mantenete aggiornato il sistema operativo.

Attivare gli alert bancari e vigilare sugli ATM

Come difendersi dai furti contactless
Wallet digitali: la barriera invisibile che blocca i truffatori – diritto-lavoro.com

Un ulteriore strumento di prevenzione è rappresentato dalle notifiche bancarie in tempo reale. Quasi tutti gli istituti di credito consentono di ricevere un messaggio o un avviso push per ogni movimento effettuato. Questo sistema permette di individuare subito un’operazione sospetta e bloccarla tempestivamente.

Quando si prelevano contanti, è bene anche prestare attenzione agli sportelli ATM: alcuni truffatori installano dispositivi di skimming capaci di leggere i dati della carta o telecamere nascoste per catturare il PIN. Prima di inserire la carta, controllate che non vi siano parti mobili sospette e coprite la tastiera durante la digitazione.

Non esistono sistemi totalmente infallibili. In caso di furto o sospetto di transazione non autorizzata, contattate immediatamente la banca o l’emittente della carta per bloccare il conto e ottenere il rimborso secondo le procedure previste dal contratto.

La rapidità del contactless ha cambiato il nostro modo di pagare, ma richiede una maggiore consapevolezza digitale. Adottare il wallet del cellulare non è solo una scelta di praticità, ma un atto di prevenzione concreta. Perché, nella quotidianità frenetica di una folla o di una corsa in metropolitana, la vera sicurezza non sta nell’evitare la tecnologia, ma nel saperla usare nel modo giusto.