Sempre più comune lo smart working. E ora arrivano importanti agevolazioni per gli italiani in queste condizioni
La legge promuove lo smart working non solo come un’opportunità di conciliazione vita-lavoro, ma anche come strumento per riequilibrare i territori, riducendo il pendolarismo e migliorando la qualità della vita dei lavoratori.
L’adozione dello smart working favorisce la permanenza di lavoratori che, pur vivendo in piccoli comuni, continuano a lavorare per aziende situate altrove.
Niente contributi per il lavoro in smart
La Legge 12 settembre 2025, n. 131, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 19 settembre 2025 e in vigore dal 20 settembre, introduce una serie di misure rivolte al rilancio delle aree montane italiane. L’obiettivo principale della legge è combattere lo spopolamento e favorire lo sviluppo socio-economico di queste zone, attraverso incentivi fiscali, agevolazioni per le imprese e nuove opportunità di lavoro, con un particolare focus sul lavoro agile (smart working).

La riforma nasce dalla necessità di supportare i piccoli comuni montani, spesso isolati, con carenze infrastrutturali e servizi limitati. Le misure previste intendono incidere sul ripopolamento delle aree montane, sulla valorizzazione delle attività produttive locali, sulla integrazione sociale ed economica dei nuovi residenti, sullo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle professioni locali.
L’esonero contributivo riguarda i datori di lavoro che assumono giovani lavoratori a tempo indeterminato in modalità smart working e che si trasferiscono in comuni montani. Per poter usufruire del beneficio, sono previsti requisiti precisi. Il lavoratore deve avere meno di 41 anni alla data di entrata in vigore della legge (20 settembre 2025). Deve trasferire residenza e domicilio da un comune non montano a un comune montano con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. Il lavoro deve essere svolto in modalità smart working in modo stabile e continuativo, come definito dalla Legge n. 81/2017.
L’esenzione dei contributi previdenziali è modulata nel tempo e decresce gradualmente. Ecco come si distribuisce l’agevolazione. Anni 2026-2027: esonero totale dei contributi fino a 8.000 euro annui per ciascun dipendente, con riparametrazione mensile. Anni 2028-2029: esonero ridotto al 50%, con limite massimo di 4.000 euro annui. Anno 2030: esonero ridotto al 20%, con limite massimo di 1.600 euro annui.
L’esonero contributivo per le zone montane è una misura ambiziosa che combina politiche fiscali, occupazionali e sociali. Ha l’obiettivo di favorire il ripopolamento, migliorare l’occupazione stabile e dare nuova linfa vitale alle aree montane italiane, stimolando al contempo il lavoro agile come strumento per un riequilibrio territoriale sostenibile. Vedremo quali saranno gli effetti concreti.





