Negli ultimi anni si è diffuso un nuovo tipo di truffa che sfrutta la tecnologia dei pagamenti digitali: quella con i POS portatili.

I POS, usati comunemente dagli esercenti per facilitare transazioni rapide, sono stati adottati anche da malintenzionati con l’obiettivo di sottrarre denaro dalle carte contactless senza che la vittima se ne accorga. Ma come funziona realmente questa truffa e quali sono le contromisure più efficaci per difendersi?

I ladri utilizzano un POS portatile, un lettore di carte dotato di tecnologia NFC (Near Field Communication), che permette di effettuare pagamenti semplicemente avvicinando la carta o lo smartphone al dispositivo. La tecnica consiste nel “strusciare” il POS vicino a borse o tasche degli ignari passanti, tentando di effettuare microtransazioni senza bisogno che la vittima estragga la carta o inserisca il PIN. Sui social sono diventati virali video che mostrano presunti borseggiatori aggirarsi tra la folla e, in pochi secondi, effettuare piccoli pagamenti a carico delle carte contactless dei malcapitati. Tuttavia molti di questi filmati risultano essere messi in scena o girati all’estero, con situazioni costruite ad arte.

Un episodio che ha riacceso l’attenzione su questo fenomeno è stato l’arresto di una donna a Sorrento, trovata in possesso di un POS portatile durante un controllo per un furto di una banconota da 100 euro. Secondo gli inquirenti, la stessa avrebbe effettuato una truffa a Roma per circa 9.000 euro ai danni di una turista, ma le modalità e l’entità della somma sono ancora oggetto di indagine, lasciando aperti dubbi sull’effettiva praticabilità del metodo.

Limiti tecnici e sicurezza delle carte contactless

Dal punto di vista tecnico, la truffa presenta numerose difficoltà. Il sistema NFC richiede che il POS sia molto vicino alla carta per leggere i dati, e gli smartphone, che utilizzano anch’essi questa tecnologia, sono protetti da sistemi di autenticazione avanzati come codice PIN, impronta digitale o riconoscimento facciale.

Le carte contactless consentono pagamenti senza PIN solo fino a una soglia di 50 euro, il che rappresenta il limite su cui puntano i truffatori, tentando di effettuare pagamenti multipli di piccolo importo. Tuttavia, per attivare un POS portatile è necessario registrarsi fornendo documenti, codice fiscale e comprovando l’identità, un ostacolo sostanziale per i malintenzionati.

POS e carta di credito
POS e carta di credito (Pixabay foto) – www.diritto-lavoro.com

Un altro scenario possibile è il furto fisico della carta di credito, che viene poi utilizzata per effettuare micropagamenti non rilevati immediatamente dalla vittima. Ma anche in questo caso, grazie alle notifiche in tempo reale inviate dagli istituti bancari via app o SMS, è possibile bloccare rapidamente le transazioni sospette.

Come difendersi dal “borseggio 2.0”

Gli esperti consigliano di non affidarsi completamente ai portafogli “anti-NFC” commercializzati online, dato che alcuni studi italiani recenti hanno dimostrato come questi accessori non garantiscano una protezione totale contro le letture indesiderate. Una strategia più efficace è quella di sovrapporre più carte di credito o inserire documenti plastificati nel portafoglio, creando interferenze che disturbano il segnale NFC e rendono più difficile la lettura da parte dei POS portatili non autorizzati.

Inoltre, è fondamentale attivare le notifiche in tempo reale per ogni operazione effettuata con la carta e controllare con regolarità gli estratti conto bancari. Al minimo sospetto di transazioni non autorizzate, è consigliabile contattare immediatamente la banca per bloccare la carta e avviare le procedure di tutela.

La tecnologia contactless ha rivoluzionato i pagamenti quotidiani offrendo comodità e velocità, ma resta fondamentale mantenere alta la guardia per evitare di cadere vittima di nuovi stratagemmi criminali basati sull’innovazione digitale.