RCA, altra stangata in arrivo: aumenti in tutta Italia. Cosa cambierà per milioni di cittadini a partire da gennaio 2026. 

Di recente è stata avanzata una proposta che cambia in modo significativo il trattamento fiscale di una delle opzioni più richieste nelle polizze RC Auto, ossia la copertura dedicata agli infortuni del conducente.

Il fine è aggiornare l’imposta collegata a questa garanzia accessoria, un intervento che potrebbe incidere sui costi sostenuti dagli automobilisti e sul prezzo finale delle assicurazioni auto.

RCA, altra stangata in arrivo: aumenti in tutta Italia, quanto si pagherà in più dal 2026

L’aliquota prevista passerebbe dal 2,5  al 12,5% e l’aumento partirebbe da gennaio 2026, entrando nel nuovo Testo unico dei tributi erariali minori.

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Secondo le stime formulate dal Governo, questa revisione fiscale porterebbe entrate aggiuntive pari a circa 100 milioni di euro l’anno grazie all’ampia diffusione della protezione contro gli infortuni nelle polizze auto.

Il pagamento dell’imposta è formalmente a carico delle compagnie, ma l’onere ricade di fatto sugli assicurati, che potrebbero subire un incremento dei premi. Le imprese assicurative, infatti, operano come sostituti d’imposta e tendono a trasferire ai clienti ogni modifica normativa.

Di conseguenza, una garanzia scelta da molti automobilisti per avere una tutela personale in caso di incidente potrebbe diventare più onerosa e incidere sulle future adesioni. La proposta recepisce, inoltre, una recente interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui la tassazione sulle coperture infortuni sarebbe stata applicata in modo non corretto dagli anni Ottanta.

Il Fisco ritiene che le compagnie avrebbero dovuto adottare un’aliquota più elevata e chiede ora il recupero dell’imposta non versata negli ultimi dieci anni, periodo ancora soggetto a riscossione.

L’importo complessivo potrebbe superare il miliardo di euro, esclusi sanzioni e interessi, poiché la norma consente alle compagnie di sanare la situazione senza penalità aggiuntive. In caso di mancato adeguamento, però, il rischio economico aumenterebbe notevolmente.

La disputa risale a un chiarimento richiesto dalle assicurazioni al ministero, interpretato nel tempo con un’applicazione di aliquote più basse rispetto a quelle considerate corrette oggi dall’amministrazione finanziaria.

La posizione espressa dalla sede lombarda dell’Agenzia delle Entrate ha riaperto il confronto, evidenziando la necessità di uniformare la fiscalità legata alle polizze auto.

Le compagnie stanno valutando come muoversi. Da un lato dispongono di pareri legali che confermano la correttezza dell’aliquota impiegata finora, dall’altro devono decidere se accettare l’impostazione del Fisco o avviare un contenzioso.

Per gli automobilisti, comunque, la conseguenza più immediata resta l’incremento del costo relativo alla copertura infortuni. Senza interventi correttivi, l’aumento verrebbe trasferito sui premi assicurativi.