Nel 2026, con l’arrivo della nuova rottamazione, non tutti i debiti saranno rottamati. Ecco quali avranno accesso e quali no. 

Il 2026 si profila come un anno destinato a lasciare il segno nel rapporto tra Stato e contribuenti, soprattutto sul fronte delle riforme che toccano il portafoglio. Dopo stagioni di incertezze e interventi spesso frammentati, l’orizzonte che si apre promette misure più incisive e, per molti versi, sorprendenti.

Per la prima volta da tempo, infatti, prende forma la possibilità concreta di alleggerire il peso di debiti che fino a ieri sembravano condanne senza appello, aprendo spiragli di respiro per famiglie e imprese stremate da anni complessi.

Non si tratta solo di numeri o di tecnicismi, ma di scelte che possono incidere sulla vita quotidiana di migliaia di persone, restituendo fiducia e margine di manovra. Proprio per questo diventa fondamentale arrivare preparati, comprendere per tempo quali opportunità si stanno delineando e quali, invece, resteranno fuori da questo percorso.

Fare chiarezza sui debiti che potranno essere rottamati e su quelli che non rientreranno nelle nuove misure significa avere uno strumento concreto per orientarsi e non farsi trovare impreparati davanti a un passaggio cruciale.

Manovra 2026 in arrivo: ecco quali debiti saranno soggetti a rottamazione e quali no

La manovra per il 2026 si avvia a diventare uno dei passaggi più delicati e osservati degli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra contribuenti ed enti locali.

Debiti, le novità del 2026
Debiti, le novità del 2026-diritto-lavoro.com

Tra le ipotesi che stanno prendendo forma nelle prime bozze, ce n’è una destinata a far discutere: l’estensione di una nuova rottamazione anche a tributi e sanzioni di competenza territoriale, come il bollo auto e le multe stradali non saldate.

Una prospettiva che, se confermata, cambierebbe il quadro per migliaia di cittadini, ma che non avrà un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.

Il punto centrale, infatti, è che la scelta non sarà imposta dall’alto. Spetterà a Regioni e Comuni decidere se attivare o meno questa definizione agevolata, creando di fatto una geografia a macchia di leopardo, con differenze marcate da città a città e da Regione a Regione.

Chi risiede in un territorio che aderirà potrà accedere a condizioni più favorevoli, con la riduzione di sanzioni e interessi e la possibilità di dilazionare il pagamento nel tempo, fermo restando il versamento della quota originaria dovuta. Nel caso delle multe, però, la sanatoria riguarderà esclusivamente l’importo economico e non toccherà gli effetti amministrativi, come la decurtazione dei punti dalla patente.

Restano invece esclusi dal perimetro i tributi di natura statale e altre voci particolarmente sensibili, come i recuperi di aiuti di Stato o le posizioni legate a condanne.

Per i contribuenti, l’unica strategia efficace è l’informazione: monitorare le decisioni del proprio ente locale, verificare la propria situazione debitoria e valutare con attenzione se e quando aderire, perché la convenienza dipenderà anche dal contesto territoriale e dalle condizioni applicate.