L’assegno familiare per il coniuge a carico rappresenta ancora oggi una importante forma di sostegno economico per molte famiglie italiane.
La normativa vigente permette infatti di richiedere sia l’assegno per il coniuge che gli eventuali arretrati fino a cinque anni prima della domanda. In un contesto dove le procedure INPS si sono progressivamente digitalizzate e i servizi sono stati aggiornati nel 2025, è fondamentale conoscere i passaggi per ottenere rapidamente quanto spettante.
Per presentare la domanda di assegno familiare per il coniuge a carico, è necessario compilare il modello ANF/DIP SR16, disponibile direttamente sul sito ufficiale dell’INPS. Il sistema digitale consente anche di richiedere gli arretrati spettanti fino a cinque anni prima della data della domanda, un’opportunità preziosa per chi non ha effettuato la richiesta tempestivamente.
In alternativa, è possibile rivolgersi a un Patronato che offre assistenza gratuita nella compilazione e nell’invio della domanda. Il supporto di un Patronato risulta spesso indispensabile per una corretta gestione della pratica, soprattutto per chi non ha dimestichezza con le procedure online.
Seguire lo stato della domanda e cosa fare in caso di ritardi
Un caso frequente segnalato da utenti è quello di domande accolte ma pagamenti non ancora ricevuti. Attraverso l’area riservata del portale INPS, accessibile tramite SPID, CNS o CIE, è possibile consultare la sezione “Stato Domanda” per verificare l’avanzamento della pratica. Ritardi possono dipendere da controlli supplementari o da problematiche tecniche.
Qualora non si riscontrino aggiornamenti, si consiglia di:
- Verificare attentamente i dati inseriti nella domanda nella sezione “Gestione domanda” sul sito INPS, per assicurarsi che tutte le informazioni siano corrette e complete.
- Contattare il contact center INPS al numero gratuito 803 164 164 da rete fissa o al 06 164 164 da cellulare per chiedere chiarimenti.
- Prenotare un appuntamento online tramite il portale o l’app INPS mobile.
- Utilizzare il servizio “INPS Risponde” per inviare richieste via web o, in casi più complessi, inoltrare una PEC al servizio clienti.

Dal 2022, l’Assegno unico e universale ha rivoluzionato il sistema di sostegno alle famiglie per i figli a carico, ma non ha sostituito l’assegno per il coniuge a carico che resta ancora un beneficio attivo e richiedibile. Nel 2025, l’Assegno unico ha subito importanti aggiornamenti: gli importi sono stati adeguati all’inflazione con un aumento medio dello 0,8%, portando la fascia minima a 57,5 euro e quella massima a 201 euro mensili per figlio, con maggiorazioni per nuclei numerosi, figli piccoli, e famiglie con particolari condizioni di reddito.
Le famiglie che hanno già presentato domanda di assegno unico non devono ripetere la richiesta, ma devono aggiornare la propria DSU per il calcolo corretto dell’ISEE 2025, indispensabile per ricevere l’importo aggiornato a partire da marzo. In mancanza di ISEE aggiornato entro il termine del 28 febbraio 2025, si riceverà la quota minima prevista.
È importante sottolineare che l’assegno unico non incide sull’assegno familiare per il coniuge a carico, che continua a essere erogato in modo indipendente in base alla normativa specifica.
La normativa sugli assegni familiari a favore del coniuge separato
Per quanto riguarda i coniugi separati, la legge 19 maggio 1975, n. 151, all’articolo 211, riconosce il diritto all’assegno familiare per il coniuge affidatario dei figli anche se privo di reddito proprio o di una posizione lavorativa protetta. L’INPS ha ribadito questo principio nelle circolari del 1992 e successivi chiarimenti, sottolineando che il diritto compete solo dal momento della separazione omologata e che il reddito di riferimento è quello del nucleo familiare effettivamente formato dal coniuge affidatario e dai figli.
Dal 2005, inoltre, la normativa consente al coniuge non titolare di posizione protetta di richiedere direttamente l’assegno, senza dover passare attraverso l’altro coniuge, facilitando così l’accesso al beneficio in caso di separazione consensuale o giudiziale.
Con l’entrata in vigore dell’Assegno unico e universale nel 2022, i genitori affidatari con figli in affido condiviso hanno diritto a ricevere l’assegno diviso al 50%, salvo diversa disposizione o rinuncia da parte di uno dei genitori.





