Il 2026 potrebbe essere l’anno delle occasioni, sia per chi vuole comprare casa, sia per chi vuole rinegoziare condizioni più favorevoli.
Il mondo dei mutui sta vivendo una nuova fase di transizione e il 2026 potrebbe essere un anno decisivo per chi sta pagando un finanziamento o sta pensando di accenderne uno. Dopo mesi segnati da tagli dei tassi e oscillazioni dei mercati, lo scenario europeo sta prendendo una direzione più prudente. La Banca Centrale Europea ha scelto di fermarsi, lasciando invariato il costo del denaro. Una decisione arrivata proprio mentre, dall’altra parte dell’Atlantico, la Federal Reserve statunitense ha deciso per un nuovo taglio, dando una scossa all’economia americana.
Questo contrasto tra Stati Uniti ed Europa creerà inevitabilmente un effetto a catena sui mutui del Vecchio Continente: quando la Fed amplia la distanza tra i propri tassi e quelli europei, si indebolisce il dollaro e si rafforza l’euro, influenzando le esportazioni e mettendo sotto pressione la BCE. Ed è proprio questa pressione che, nei prossimi mesi, potrebbe riportare in gioco l’ipotesi di nuovi tagli anche in Europa, con ripercussioni dirette sulle rate dei mutui.
Nel frattempo, però, i mutui variabili continuano comunque a scendere. Nonostante l’assenza di nuove decisioni, gli effetti dei tagli passati si stanno ancora facendo sentire. È un po’ come un’onda lunga: gli indici Euribor reagiscono sempre con ritardo e, anche se tutto sembra fermo, il costo delle rate continua a diminuire.
Periodo favorevole
Guardando ai numeri, il cambiamento è evidente. All’inizio del 2024 un mutuo medio da 126.000 euro poteva superare tranquillamente i 750 euro al mese, mentre oggi la rata viaggia intorno ai 567 euro. In meno di due anni, il risparmio mensile è stato di oltre 180 euro. E la tendenza non sembra destinata a fermarsi: tra giugno e ottobre 2025 la rata è scesa di altri 30 euro, pur senza nessun nuovo intervento della BCE. Questo perché il mercato ha già incorporato la prospettiva di una stabilizzazione dei tassi e, forse, di futuri tagli.

Chi vuole aprire oggi un nuovo mutuo variabile trova tassi che non si vedevano da anni: da poco sopra il 2% fino al 2,6%, con rate tra i 545 e i 570 euro. Un mercato tornato competitivo, che permette di risparmiare sia sul breve che sul lungo periodo.
Mutui fissi: un’occasione che potrebbe non tornare.
Se il variabile gode di una discesa morbida ma continua, il fisso si trova in una fase di “minimo storico”. Bloccare oggi un tasso fisso intorno al 2,75% significa assicurarsi una rata stabile per 20 o 25 anni, a livelli difficilmente replicabili. Le banche offrono condizioni che, fino a poco tempo fa, sembravano impossibili: rate da 580-590 euro su un mutuo di 126.000 euro.
Gli analisti avvertono: questi livelli potrebbero non scendere ancora, perché il mercato ha già scontato l’ipotesi di nuovi tagli BCE. Chi teme possibili rialzi nel 2026 potrebbe approfittarne ora per blindare un fisso conveniente. Il prossimo anno dunque potrebbe portare un’ulteriore leggera riduzione delle rate, soprattutto se la BCE deciderà di seguire la Fed con un nuovo taglio. Gli esperti stimano un possibile calo di 15-20 euro al mese entro la primavera 2026.





