Nuove misure fiscali in arrivo promettono buste paga più leggere dalle tasse e più ricche nei fatti: ecco come potrebbero cambiare gli stipendi già dal 2026.
In un periodo in cui il costo della vita continua a salire e gli stipendi sembrano non tenere il passo, arriva finalmente una buona notizia per milioni di lavoratori. La nuova Legge di Bilancio 2026 introduce una serie di agevolazioni fiscali pensate per mettere più soldi nelle tasche di chi lavora, senza aumentare il debito pubblico. Non si tratta di bonus o aiuti temporanei, ma di interventi strutturali che cambiano il modo in cui vengono tassati aumenti, straordinari e premi aziendali.
Il governo punta a sostenere il potere d’acquisto, favorire accordi tra aziende e sindacati e, allo stesso tempo, promuovere maggiore produttività. Le misure previste toccano vari aspetti della retribuzione, con benefici immediati sulla busta paga. Ma chi avrà davvero accesso a questi vantaggi? E in che modo cambierà concretamente lo stipendio?
Diciamo subito che non tutti i lavoratori riceveranno gli stessi benefici. Alcuni interventi riguardano una platea ben precisa, legata al livello di reddito o al tipo di contratto. Altri, invece, saranno validi per quasi tutti i dipendenti del settore privato. Ecco, punto per punto, cosa cambia davvero.
Aumenti contrattuali tassati solo al 5%: chi ne beneficia
Una delle novità più rilevanti riguarda la tassazione agevolata sugli aumenti salariali che deriveranno dai rinnovi dei contratti collettivi attesi tra il 2025 e il 2026. Normalmente, gli aumenti vengono tassati con l’aliquota ordinaria dell’IRPEF, ma grazie alla nuova misura l’imposta scende drasticamente al 5%.

Questa agevolazione, però, non è per tutti: sarà riservata ai lavoratori con reddito annuo lordo fino a 28.000 euro. In questo modo si vuole alleggerire il peso delle tasse per chi guadagna meno e incentivare finalmente il rinnovo di molti contratti nazionali scaduti da anni.
Un’altra misura destinata ad avere impatto immediato sulla busta paga è la detassazione di straordinari, turni festivi e lavoro notturno. Per tutto il 2026 questi compensi non saranno tassati, entro un limite massimo di 1.500 euro. Il beneficio riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato con reddito fino a 40.000 euro lordi.
Ciò significa che chi lavora di più o in orari scomodi potrà finalmente vedere riconosciuto un guadagno netto più alto. In settori come turismo e commercio, dove il personale scarseggia, è previsto anche un incentivo aggiuntivo: tra gennaio e settembre 2026, straordinari e notturni saranno maggiorati del 15%, una misura pensata per attirare forza lavoro in comparti strategici.
Non meno importante è la rivoluzione sui premi aziendali legati agli obiettivi: l’aliquota passa dal 5% all’1%, mentre il tetto massimo detassabile sale da 3.000 a 5.000 euro. Una scelta che punta a spingere le aziende a investire sulla produttività e, allo stesso tempo, a rendere più conveniente per i lavoratori il raggiungimento delle performance richieste.





