Tutto quello che devi sapere per rinnovare l’Assegno Ordinario di Invalidità senza errori, dai tempi da rispettare alla procedura online spiegata passo dopo passo.
Quando si avvicina la scadenza dell’Assegno Ordinario di Invalidità (AOI), per molti beneficiari subentra un comprensibile timore: come si rinnova?, quali documenti servono?, entro quando va fatta la domanda? La procedura non è complessa, ma è fondamentale conoscerla nei suoi passaggi essenziali per evitare ritardi, interruzioni del pagamento o veri e propri rifiuti.
Tanto per cominciare è giusto mettere in chiaro che parliamo di una prestazione economica riconosciuta dall’INPS ai lavoratori che hanno visto ridursi la loro capacità lavorativa in modo significativo, a causa di una patologia fisica o mentale. Molti ricevono questo assegno da anni, ma non tutti sanno che, almeno nelle prime fasi, non è un beneficio “permanente”: ha una durata limitata e richiede un rinnovo periodico.
Che cos’è l’Assegno Ordinario di Invalidità, chi può richiederlo e quando va rinnovato
L’Assegno Ordinario di Invalidità è rivolto ai lavoratori che, a causa di una condizione di salute, hanno perso almeno due terzi della capacità lavorativa. La domanda può essere presentata da diverse categorie: dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri), iscritti ai fondi sostitutivi o integrativi e lavoratori iscritti alla Gestione separata.

Una volta approvata, la prestazione decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda, salvo specifiche indicazioni dell’INPS. Si tratta di un assegno che può accompagnare il lavoratore per lungo tempo, ma che non è immediatamente definitivo.
L’Assegno Ordinario di Invalidità ha una durata di tre anni. Alla scadenza di ogni triennio, è necessario inviare una nuova richiesta di rinnovo tramite i canali telematici INPS.
La tempestività è essenziale: la domanda deve arrivare entro la data di scadenza per garantire continuità nei pagamenti. Se il rinnovo viene chiesto in ritardo, ma comunque entro i 120 giorni successivi alla scadenza, l’INPS può confermare l’assegno, tuttavia la decorrenza non sarà più continua: i pagamenti riprenderanno solo dal primo giorno del mese successivo alla nuova domanda. In altre parole, si rischia di perdere uno o più mesi di sostegno economico.
Dopo tre rinnovi consecutivi, l’INPS considera l’assegno definitivo. Questo non significa però che non ci saranno più controlli: l’Istituto mantiene sempre la facoltà di convocare il beneficiario per verificare l’effettiva permanenza delle condizioni che hanno dato diritto alla prestazione.
La richiesta di rinnovo si effettua esclusivamente online, attraverso:
- il portale INPS tramite SPID, CIE o CNS;
- un patronato, che può occuparsi dell’invio senza costi per il cittadino;
- il Contact Center INPS, se si preferisce assistenza telefonica.
È consigliabile iniziare la procedura con un certo anticipo, per avere il tempo di aggiornare eventuali documenti sanitari utili alla valutazione medico-legale. Anche se non è sempre richiesto un nuovo certificato introduttivo, disporre di documentazione recente può facilitare l’iter. La mancata presentazione del rinnovo alla scadenza comporta la sospensione del pagamento. Se si supera la soglia dei 120 giorni, l’assegno non può più essere riconfermato in continuità, e il beneficiario dovrà ripresentare una nuova domanda come se fosse la prima volta, rischiando una valutazione completamente da capo.





