I recenti aumenti delle pensioni di invalidità rappresentano un passo importante verso una maggiore tutela sociale, garantendo sostegno concreto alle persone con difficoltà lavorative. Gli incrementi introdotti mirano a rafforzare la protezione economica dei cittadini invalidi, offrendo maggiore sicurezza e stabilità a chi vive condizioni di fragilità quotidiana.

Le nuove misure sulle pensioni di invalidità puntano a ridurre le disparità, assicurando un trattamento più equo e dignitoso per tutti i beneficiari. Gli aumenti previsti per le pensioni di invalidità testimoniano l’impegno delle istituzioni nel migliorare la qualità della vita dei soggetti più vulnerabili.

Grandi cambiamenti per le pensioni di invalidità

Dal 2026 le pensioni di invalidità subiranno un aumento, frutto non solo della rivalutazione legata al costo della vita, ma anche di misure straordinarie. La manovra in discussione in Parlamento prevede infatti un incremento netto di venti euro per chi ha una riduzione totale della capacità lavorativa.

Pensioni di invalidità 2026, rivalutazioni e aumenti
Gli aumenti saranno concreti – diritto-lavoro.com

Questo aumento si innesta sul meccanismo conosciuto come incremento al milione, introdotto nel 2001 per sostenere chi percepisce assegni inferiori al minimo. La Corte Costituzionale, con la sentenza numero 152 del 2020, ha inoltre ridotto a diciotto anni il requisito anagrafico per beneficiarne.

Tutti i percettori di pensione di invalidità civile con inabilità totale saranno destinatari dell’aumento, purché rispettino i requisiti economici previsti dalla legge. Si tratta di un intervento che mira a garantire maggiore equità, offrendo un sostegno concreto a chi vive condizioni di fragilità.

La rivalutazione annuale, che adegua gli importi al costo della vita, resta comunque un elemento centrale nel calcolo delle nuove pensioni. Al momento, l’Istat non ha ancora ufficializzato la percentuale, ma le stime oscillano tra l’1,4 e l’1,7 per cento.

Inizialmente si parlava di un tasso più alto, ma la frenata dell’inflazione ha spinto le previsioni verso valori leggermente inferiori. Qualunque sarà la percentuale definitiva, essa si applicherà interamente alle pensioni di invalidità civile, con importi aggiornati di conseguenza.

Gli invalidi totali e parziali, i minorenni con indennità di frequenza, i ciechi e i sordomuti vedranno aumenti compresi tra quattro e sei euro. Per i ciechi assoluti non ricoverati, l’incremento sarà più consistente, con importi che supereranno i 366 euro mensili.

Gli ipovedenti gravi e i ciechi parziali con indennità speciale riceveranno adeguamenti proporzionati, seppur più contenuti, rispetto alle altre categorie. In ogni caso, la rivalutazione garantirà un miglioramento, anche se modesto, della capacità di spesa per tutti i beneficiari.

Il secondo aumento riguarda chi, avendo invalidità totale, percepisce anche l’incremento al milione, ossia la maggiorazione sociale di 136 euro. Nel 2026 il trattamento minimo salirà a seicentotredici euro mensili, che con l’incremento raggiungeranno circa 739 euro.

A questa cifra si aggiungeranno i venti euro previsti dalla legge di Bilancio, portando l’assegno complessivo a 760 euro mensili. Su base annua, il totale raggiungerà 9880 euro, offrendo un sostegno più tangibile a chi vive con pensioni di invalidità.