Ci sono treni che non aspettano nessuno e altri che partono solo se sai dove guardare, il tempismo è tutto, specialmente sul lavoro. A volte, le occasioni non si annunciano con squilli di tromba, ma si nascondono tra le righe di una norma poco pubblicizzata.
Mentre si discute di riforme che potrebbero spostare l’età pensionabile a 64 anni, esiste già una scorciatoia concreta e legale per l’uscita anticipata. È uno strumento attivo e vantaggioso, pensato per chi sogna di lasciare il lavoro prima del previsto, senza attendere nuove leggi o normative.
Altro che pensione anticipata, ecco l’isopensione
Si chiama isopensione e consente di anticipare l’uscita dal lavoro fino a sette anni rispetto alla soglia ordinaria prevista dalla legge. Non è una misura universale, ma una possibilità concreta per chi lavora nel settore privato e ha un’azienda con almeno quindici dipendenti.

Per attivarla serve un accordo sindacale inscritto nell’ambito di un contratto di espansione, che l’impresa deve sottoscrivere e finanziare per intero. La misura è valida nel 2025 e anche nel 2026, offrendo una via d’uscita a chi si trova nella fase finale della propria carriera lavorativa.
Il requisito fondamentale è trovarsi entro sette anni dal raggiungimento dell’età pensionabile, sia ordinaria che anticipata, secondo i parametri delle normative vigenti. Per le pensioni anticipate attualmente bastano 35 anni e 10 mesi di contributi, oppure 34 anni e 10 mesi per le donne.
Per la pensione ordinaria, invece, servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Una volta verificati i requisiti minimi, l’azienda può avviare la procedura e proporre l’uscita anticipata ai dipendenti selezionati che rientrano nei limiti.
Chi accetta l’isopensione, una volta lasciato il lavoro, riceverà un assegno mensile erogato dall’INPS ma finanziato interamente dall’azienda, calcolato sui contributi maturati fino all’uscita. Inoltre, l’impresa è obbligata a versare i contributi figurativi per tutto il periodo di prepensionamento, tutelando la futura pensione dell’ex lavoratore.
L’isopensione non è automatica, né semplice da ottenere, perché richiede una forte collaborazione tra imprese e rappresentanze sindacali, che devono lavorare insieme. Tuttavia, per chi lavora in contesti strutturati e con una buona copertura sindacale, può rappresentare una vera occasione di svolta.
Si tratta di una misura poco conosciuta, ma estremamente utile per chi desidera chiudere la propria carriera con qualche anno di anticipo. Il vantaggio è evidente, fino a sette anni in meno di lavoro, con una copertura previdenziale che non penalizza il futuro assegno.





