Si avvicina il momento in cui gli italiani sono tenuti a versare l’IMU per gli immobili. Ma c’è chi può avere una riduzione
Come vedremo di qui a breve esistono alcune condizioni che permettono di beneficiare di esenzioni o riduzioni, a seconda dei casi. L’IMU si applica agli immobili posseduti in Italia, inclusi edifici, terreni e aree edificabili. Per i residenti all’estero, l’immobile non può essere considerato abitazione principale, a meno che non si tratti di un’abitazione di lusso. Di conseguenza, anche chi vive all’estero e possiede una seconda casa in Italia deve versare questa imposta, seguendo le stesse scadenze degli altri contribuenti italiani.
Il pagamento avviene in due rate: la prima, in acconto, deve essere saldata entro il 16 giugno, mentre la seconda, a saldo, scade il 16 dicembre. A volte, la seconda rata può essere più alta rispetto all’acconto, a causa di eventuali aggiornamenti alle aliquote comunali.
Riduzione IMU: chi ne ha diritto
L’obiettivo della riduzione di cui parliamo oggi è evitare che i contribuenti con residenza fiscale all’estero siano penalizzati per il mantenimento di proprietà in Italia, pur riconoscendo la loro impossibilità di considerarle come abitazione principale.

Gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) non godono più delle agevolazioni generali, ma esiste un’eccezione importante. Se un residente all’estero è titolare di una pensione maturata in base a una convenzione internazionale con l’Italia, può usufruire di una riduzione del 50% sull’IMU per un’unica abitazione non locata né data in comodato d’uso.
Questa misura si applica esclusivamente a chi ha pensioni regolate da convenzioni internazionali tra l’Italia e altri Paesi. Per beneficiare di questa agevolazione, è necessario presentare la Dichiarazione IMU.
La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto la possibilità di beneficiare della riduzione dell’IMU anche per i residenti in Paesi con cui l’Italia ha stipulato specifiche convenzioni. Tra questi Paesi figurano tutti i membri dell’Unione Europea, nonché Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Svizzera, Regno Unito, e vari Paesi extra-europei come Argentina, Brasile, Canada, Australia, USA, Israele, e altri.
Questi accordi permettono di applicare una riduzione della tassa sugli immobili posseduti in Italia, ma solo per un’unica proprietà che non sia affittata o concessa in comodato d’uso.
Un altro tema riguarda i residenti in Italia che possiedono immobili all’estero. In questo caso, non sono tenuti a versare l’IMU, poiché si tratta di un’imposta comunale che si applica agli immobili situati in Italia. Tuttavia, se l’immobile all’estero genera reddito, ad esempio tramite locazione, il proprietario italiano deve dichiarare i guadagni nella propria dichiarazione dei redditi in Italia e potrebbe essere soggetto alla doppia imposizione, a meno che non vi sia un accordo con il Paese in cui si trova l’immobile.
Gli italiani che vivono all’estero possono versare l’IMU utilizzando il modello F24, come avviene per i residenti in Italia. L’Agenzia delle Entrate fornisce codici tributo specifici, ma poiché l’IMU è una tassa di competenza dei Comuni, è necessario utilizzare il codice Iban del Comune in cui si trova l’immobile per effettuare il pagamento. In alternativa, è possibile eseguire un bonifico bancario, ma occorre fare attenzione a fornire tutti i dettagli necessari, come il codice catastale del Comune, il numero degli immobili, e l’anno di riferimento.
Le aliquote IMU possono variare a seconda delle decisioni dei singoli Comuni. La base standard è dello 0,86%, ma i Comuni possono aumentarla fino all’1,06% o diminuirla. Per alcune categorie, come le abitazioni principali di lusso, l’aliquota può essere ridotta allo 0,5%.





