Il datore di lavoro potrebbe trovarsi a restituirti molti soldi: ecco il motivo, tutti i dettagli e le curiosità che fanno la differenza
Il mondo del lavoro ormai è diventato un taboo per moltissimi lettori che, non conoscendo meglio tutte le novità annesse, si ritrovano ad affrontare dei problemi in maniera autonoma senza conoscere cosa effettivamente dice la legge. Infatti, in questo articolo, andremo ad esaminare e approfondire una situazione che riguarda proprio il datore di lavoro e i casi in cui dovrebbe restituirti dei soldi: andiamo a vedere tutti i dettagli e le curiosità della vicenda.
Il lavoro nobilita l’uomo diceva Darwin, anche se oggi per lavorare vi sono dei requisiti e dei punti in cui non si può non far emergere; che si tratti della nuova generazione o della precedente, in tantissimi vogliono che tutto sia in regola, che alla base di tutto oltre il rispetto e l’educazione ci sia un contratto, le ore pagate, le ferie, i permessi e tutto quanto ne concerne.
Se prima questo era un discorso che non poteva essere assolutamente affrontato, ad oggi, il lavoro viene gestito in maniera più moderna e vi sono dei requisiti cui non si può saltare o non far emergere.
Andiamo a vedere nel dettaglio tutti i punti forti, gli approfondimenti e quello che ne concerne.
Lavoro, ecco cosa succede se il capo si comporta in questo modo
Molto spesso i nostri lettori si trovano in situazioni che non sanno affrontare, e, proprio per questo, abbiamo deciso di approfondire un discorso che è capitato ad alcuni degli utenti che ci seguono: un capo promette di riassumerti ma non lo fa. Ecco cosa in realtà potrebbe succedere in questi casi secondo quanto afferma la legge.

La vicenda processuale di cui vi parleremo è finita alla Cassazione, proprio perché nel corso di un’operazione di affitto di ramo d’azienda, la società aveva trasferito alla cessionaria il rapporto di lavoro del giornalista con clausola di rientro: in caso di licenziamento “per giustificato motivo oggettivo da parte della nuova società, la cedente si era impegnata a riassumerlo”.
In primo e secondo grado, il lavoratore non ha ottenuto ciò che chiedeva, tuttavia la società editrice, invece, ha riconosciuto che la società editrice cedente aveva violato il dovere di riassunzione, così come indicato nella clausola.
Il lavoratore in questi casi deve esibire la busta paga mancata ma deve dimostrare che non ha potuto godere del diritto di riassunzione. La decisione raccomanda così prudenza e attenzione alle aziende che devono rispettare gli obblighi con la dovuta serietà che merita.





