Esenzione totale dalla tassa sui rifiuti per i residenti di alcuni comuni siciliani: ecco chi può beneficiarne, quali sono i requisiti e cosa prevede la normativa aggiornata.
Una novità significativa riguarda la Tari, la tassa sui rifiuti urbani, che interessa milioni di contribuenti in tutta Italia. In alcuni comuni siciliani, infatti, è stata annunciata una esenzione totale dal pagamento della Tari per i residenti, una misura che sta suscitando grande interesse e che si inserisce in un contesto normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione. La questione dell’obbligo o meno di versare la Tari per immobili non abitati o utilizzati saltuariamente è stata spesso oggetto di interpretazioni contrastanti, ma recenti chiarimenti hanno portato maggiore chiarezza, anche grazie a sentenze di rilievo della Corte Suprema di Cassazione.
Le nuove disposizioni sulla Tari nei comuni siciliani
La Tari è un tributo comunale istituito per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati. Viene calcolata sulla base della superficie degli immobili e dell’anno di riferimento, e riguarda non solo le abitazioni principali ma anche seconde case, uffici, negozi e magazzini. Tuttavia, in risposta a una crescente domanda di agevolazioni e in considerazione della situazione economica di molte famiglie, alcuni comuni siciliani hanno deciso di estendere una esenzione totale dal pagamento della Tari ai residenti, purché dimostrino che l’immobile è effettivamente abitato e non soggetto a produzione significativa di rifiuti.

Questa decisione si basa sulla legge che stabilisce che la Tari è dovuta solo per locali e aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Se l’immobile è disabitato e privo di utenze attive, oppure se è utilizzato solo per brevi periodi dell’anno, può essere prevista un’esenzione o una riduzione della tassa. Nel caso della Sicilia, la novità consiste nell’applicazione rigorosa di questa norma, accompagnata da un meccanismo semplice: basta mostrare la cartina catastale dell’immobile per ottenere l’esenzione.
La normativa vigente prevede già alcune riduzioni obbligatorie della Tari in casi specifici, ad esempio quando il servizio di raccolta non è svolto regolarmente o quando l’immobile si trova lontano dai punti di conferimento. Inoltre, sono esentate dal pagamento le parti comuni dei condomìni, come scale e cortili, nonché i locali in cui non si producono rifiuti, come cantine o depositi vuoti.
La questione più delicata riguarda le case disabitate. La giurisprudenza, in particolare la Corte di Cassazione, ha stabilito che l’esenzione si applica solo quando è dimostrata l’effettiva inutilizzazione dell’immobile. Non basta dichiarare di non abitare nella casa: è necessario provare che le utenze (luce, acqua, gas) sono state disattivate e che l’abitazione è priva di arredamento essenziale, elemento che altrimenti potrebbe far presumere una potenziale produzione di rifiuti.
Per le seconde case e gli immobili stagionali, invece, la Tari rimane dovuta anche se utilizzate solo per brevi periodi. Tuttavia, diversi comuni applicano tariffe agevolate per queste abitazioni a uso discontinuo, riconoscendo che la produzione di rifiuti è limitata nel tempo.





