Viene rilanciata la “Start Tax”: un taglio dell’Irpef fino al 50% per gli under 35. L’obiettivo? Fermare la fuga dei giovani e rilanciare l’economia.
L’Italia è un Paese che, da anni, vede i suoi giovani scappare all’estero in cerca di stipendi migliori e opportunità di crescita. Un fenomeno che pesa non solo sul futuro dei ragazzi, ma anche sull’intero sistema economico. Proprio per questo, dal palco della Leopolda, Matteo Renzi ha proposto una misura destinata a far discutere: una “Start Tax” pensata per tagliare le tasse ai giovani fino al 50%.
L’idea è semplice: chi ha meno di 35 anni pagherebbe meno tasse, in proporzione all’età, per rendere più conveniente restare in Italia, lavorare e costruirsi un futuro qui. Una sorta di “patto fiscale generazionale” che, secondo il leader di Italia Viva, servirebbe non solo a dare ossigeno ai redditi dei più giovani, ma anche a stimolare l’economia interna e il mercato del lavoro.
Renzi ha spiegato che la misura potrebbe essere inserita già nella prossima Legge di Bilancio, affiancata a un piano di finanziamenti dedicati e a un tetto massimo di pressione fiscale fissato in Costituzione. Un pacchetto, insomma, che punta a cambiare radicalmente il rapporto tra cittadini e fisco.
Cos’è la “Start Tax” e come funziona
La proposta prende il nome di Start Tax perché si rivolge a chi è “in partenza” con la propria vita lavorativa: studenti, neolaureati, giovani professionisti e dipendenti che muovono i primi passi nel mondo del lavoro. Nel dettaglio, la misura prevede uno sconto Irpef progressivo in base all’età:
- -50% di tasse per chi ha fino a 25 anni,
- -30% per chi ha tra 26 e 30 anni,
- -20% per la fascia tra 31 e 35 anni.
Concretamente si vuole ridurre il peso fiscale nei primi anni di carriera, quando il reddito è più basso e le spese per rendersi autonomi (affitto, trasporti, formazione) sono più alte. In questo modo, chi decide di restare in Italia avrebbe un vantaggio economico rispetto a chi parte per lavorare all’estero.
Ma c’è di più. Renzi ha parlato anche di un incentivo legato al merito, per cui chi studia di più e raggiunge titoli universitari o professionali superiori potrà beneficiare del taglio delle tasse per un periodo più lungo. In pratica, un premio a chi investe nella propria formazione, contribuendo allo sviluppo del Paese.
Ogni anno, secondo i dati Istat, quasi 200mila giovani italiani lasciano il Paese, spesso dopo aver completato studi finanziati dallo Stato. Una perdita doppia: economica, perché il Paese investe nella formazione di persone che poi producono ricchezza altrove, e sociale, perché si svuotano intere generazioni.
Oltre alla Start Tax, Renzi ha rilanciato un’altra idea: inserire nella Costituzione un limite massimo alla pressione fiscale, fissato al 40%. Oggi, infatti, il livello complessivo delle tasse in Italia supera questa soglia, gravando su famiglie, imprese e lavoratori. Con un tetto costituzionale, nessun Governo potrebbe in futuro superare quella percentuale, garantendo stabilità e trasparenza nel rapporto tra cittadini e Stato.





