Regime forfettario: come evitare la fuoriuscita e gestire al meglio la soglia dei compensi.
Il regime forfettario rappresenta una delle opzioni fiscali più vantaggiose per lavoratori autonomi, professionisti e piccoli imprenditori. È considerato il “regime naturale” per le persone fisiche titolari di partita IVA che esercitano attività d’impresa, arti o professioni, ma ciò non significa che tutti possano automaticamente aderirvi o mantenerlo nel tempo.
Infatti, il mantenimento del regime forfettario è vincolato a una serie di requisiti specifici, che devono essere rispettati non solo al momento dell’ingresso, ma anche durante tutta la permanenza nel regime. Uno degli aspetti più delicati riguarda il monitoraggio dei ricavi/compensi.
Se hai il regime forfettario devi conoscere assolutamente le nuove regole
La normativa prevede che, per poter accedere e rimanere nel regime forfettario, il contribuente non debba superare un tetto di 85.000 euro annui di ricavi o compensi, calcolati in base al principio di cassa. Questo significa che conta ciò che viene effettivamente incassato entro il 31 dicembre, indipendentemente dalla data di emissione della fattura.

Ad esempio, una fattura emessa a dicembre ma saldata a gennaio dell’anno successivo non va a incidere sul conteggio dei compensi dell’anno precedente. Questa caratteristica può rivelarsi decisiva per chi, verso la fine dell’anno, si trova vicino al limite e intende evitare lo sforamento.
Chi lavora in regime forfettario e prevede di avvicinarsi alla soglia dei 85.000 euro entro fine anno, dovrebbe valutare attentamente il calendario degli incassi. Concordare con i clienti il rinvio di alcuni pagamenti a gennaio può rappresentare un’opzione legittima e strategica per non perdere i benefici fiscali del regime.
Naturalmente, si tratta di una gestione lecita, ma da attuare con trasparenza e senza forzature: la fattura può anche essere emessa, ma se l’importo viene incassato nel nuovo anno, allora concorrerà ai compensi del nuovo periodo d’imposta.
La conseguenza diretta del superamento dei 85.000 euro è l’uscita dal regime forfettario a partire dall’anno successivo. Tuttavia, esiste una soglia più critica: i 100.000 euro. In questo caso, la fuoriuscita dal regime non avviene con effetto differito, ma immediato, già nell’anno in corso.
Dal momento dell’incasso che fa superare i 100.000 euro, il contribuente è tenuto a:
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emissione di fattura con IVA per l’operazione che ha determinato il superamento;
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adeguare le successive fatture, sempre con IVA;
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rettificare l’eventuale imposta non detratta nelle dichiarazioni precedenti;
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includere nella dichiarazione IVA tutte le operazioni effettuate da quel momento in poi come soggetto ordinario.
Questo passaggio repentino impone quindi la massima attenzione nella gestione degli incassi e nella verifica costante della propria posizione
Un elemento di interesse per chi aderisce al regime forfettario riguarda la possibile modifica delle soglie con la prossima Manovra 2026, che potrebbe innalzare il limite massimo da 85.000 a 100.000 euro.





