Tutti quelli che fanno questo lavoro non devono pagare i contributi. L’iniziativa ha fatto gioire i cittadini. 

Le montagne italiane non sono solo paesaggi da cartolina o mete per brevi fughe dalla città: sono territori ricchi di storia, cultura, tradizioni produttive, ma sempre più svuotati, abbandonati, marginalizzati.

Per troppo tempo, questi luoghi sono stati esclusi dai grandi flussi di sviluppo economico e demografico. La Legge 12 settembre 2025, n. 131, entrata in vigore il 20 settembre, nasce per cambiare questa tendenza e restituire dignità, futuro e abitabilità stabile a centinaia di piccoli comuni montani.

“Se fai questo lavoro non devi pagare i contributi”: arriva l’iniziativa che fa felici molti

Non è un semplice pacchetto di incentivi economici: è una visione politica e sociale che vuole riportare vita dove la vita stava scomparendo. E lo fa puntando su una parola chiave: radicamento.

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“Se fai questo lavoro non devi pagare i contributi”: arriva l’iniziativa che fa felici molti-dirittolavoro.com

Perché oggi, attrarre nuovi abitanti e sostenere chi decide di rimanere in montagna significa prima di tutto creare le condizioni affinché si possa vivere e lavorare in modo stabile, sostenibile e moderno. È qui che si inserisce uno degli strumenti più rilevanti della legge: l’esonero contributivo per le zone montane.

Negli ultimi decenni, l’Italia ha assistito a una lenta ma costante fuga dalle aree interne e montane. Giovani e famiglie si sono spostati verso le città, attratti da migliori opportunità lavorative, servizi più efficienti, reti sociali più dinamiche. Il risultato? Interi borghi svuotati, economie locali in agonia, scuole e presidi sanitari chiusi, interi territori a rischio desertificazione demografica.

La Legge 131/2025 intende invertire la rotta, intervenendo in modo sistemico. Non con bonus una tantum, ma con una politica strutturata di attrazione. L’esonero contributivo diventa così una leva per stimolare assunzioni stabili e, contemporaneamente, incoraggiare il trasferimento di persone giovani e professionalmente attive nei comuni montani con meno di 5.000 abitanti.

Il meccanismo previsto dalla legge è chiaro e selettivo, non si tratta di un sussidio generalizzato, ma di un incentivo per chi vuole davvero costruire un pezzo della propria vita in montagna.

Per poter accedere all’esonero contributivo, il dipendente deve:

  • Avere meno di 41 anni alla data di entrata in vigore della legge;

  • Trasferire la propria residenza e domicilio da un comune non montano a un piccolo comune montano;

  • Lavorare in smart working, in modo stabile e continuativo, per un datore di lavoro che lo assuma a tempo indeterminato.

Questa combinazione di requisiti disegna il profilo di un lavoratore giovane, flessibile, digitalmente connesso e disposto a scommettere su una nuova qualità della vita.

Il beneficio non riguarda i lavoratori autonomi né le imprese individuali, ma è rivolto ai datori di lavoro che vogliono investire in capitale umano giovane e radicato in aree a rischio spopolamento.