Dal 2026, potrebbe esserci una novità importante per gli anziani non autosufficienti in Italia. Circa 850 euro in più. I dettagli

Sempre più sicura, infatti, l’introduzione di un bonus mensile di 850 euro, che si aggiungerà all’indennità di accompagnamento. Questo nuovo sostegno economico avrà lo scopo di migliorare la qualità della vita degli anziani che necessitano di assistenza continua e che si trovano in difficoltà economiche.

La riforma prevede, tra l’altro, una revisione dei requisiti ISEE, con l’esclusione della prima casa dal calcolo, un cambiamento che potrebbe aprire le porte del bonus a molte famiglie che al momento ne sono escluse.

Il Bonus Anziani

Il Bonus anziani, introdotto ufficialmente nel giugno 2023, si rivolge agli anziani ultraottantenni che richiedono assistenza 24 ore su 24 e si trovano in condizioni economiche particolarmente difficili. Il contributo di 850 euro mensili si aggiunge all’indennità di accompagnamento ordinaria, che attualmente è pari a 531,76 euro, creando un pacchetto di supporto economico complessivo di oltre 1.380 euro al mese.

Bonus Anziani, 850 euro
850 euro in più per gli anziani – (diritto-lavoro.com)

Nonostante l’allocazione di 250 milioni di euro da parte del governo per finanziare questo bonus, la cifra effettivamente utilizzata è ben al di sotto delle aspettative. Questo è dovuto a una serie di motivi, ma il principale è che i requisiti per accedere al bonus sono troppo stringenti. Attualmente, per poter beneficiare del contributo, il richiedente deve avere un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro, una soglia molto bassa che esclude molte famiglie che, pur trovandosi in difficoltà economica, non rientrano in questa fascia. Inoltre, l’ISEE sociosanitario attualmente prende in considerazione anche il valore della prima casa di proprietà, penalizzando così quelle famiglie che, pur avendo investito nella propria abitazione, non dispongono della liquidità necessaria per pagare l’assistenza.

La modifica che entrerà in vigore nel 2026 prevede un allentamento di questi criteri. La proposta di riforma riguarda l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’ISEE. Questo cambiamento, apparentemente tecnico, avrà un impatto significativo, permettendo a migliaia di famiglie che oggi sono escluse di accedere al bonus. Se la proposta dovesse passare, le famiglie che attualmente non possono beneficiare del sostegno economico a causa del valore del loro immobile potrebbero finalmente rientrare nelle fasce di reddito previste, avendo così diritto a un aiuto fondamentale per le spese di assistenza.

Il contributo economico complessivo si suddivide in due parti: la prima è l’indennità di accompagnamento che viene erogata ogni mese, mentre la seconda è la somma di 850 euro, che può essere utilizzata esclusivamente per coprire le spese di assistenza domiciliare. Questo contributo aggiuntivo non può essere utilizzato liberamente, ma deve essere destinato a due specifiche finalità: il pagamento di assistenti familiari regolarmente assunti tramite un contratto di lavoro domestico, oppure l’acquisto di servizi socio-assistenziali offerti da imprese qualificate e autorizzate nel settore.

I beneficiari sono infatti obbligati a conservare e presentare tutta la documentazione che dimostri l’effettivo utilizzo dei 850 euro, come ad esempio buste paga delle badanti o le fatture delle cooperative di assistenza. Se i beneficiari non sono in grado di giustificare l’uso delle somme ricevute, rischiano la decadenza immediata dal beneficio, con la possibilità di dover restituire le somme percepite indebitamente.