Buone notizie per tutti questi lavoratori: oltre 980 euro in più al mese nello stipendio e 9.400 euro di arretrati.
È stato siglato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per l’Area Funzioni Centrali 2022-2024, un’intesa che coinvolge oltre 6.160 dirigenti e professionisti delle amministrazioni centrali dello Stato.
L’accordo, raggiunto all’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), introduce significativi miglioramenti economici e normativi, segnando una tappa fondamentale per la valorizzazione del personale pubblico.
L’accordo sul rinnovo del CCNL Funzioni Centrali
Il 29 luglio 2025 è stata formalizzata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali per il triennio 2022-2024. L’intesa è stata sottoscritta dalla maggior parte delle sigle sindacali, ad eccezione di Cgil e Uil, che pur riconoscendo il percorso positivo, hanno deciso di riservarsi la formalizzazione della loro adesione. Il rinnovo è il risultato di una trattativa intensa e costruttiva durata meno di tre mesi, che ha coinvolto le principali organizzazioni sindacali e le amministrazioni centrali dello Stato.
Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha evidenziato come il nuovo contratto non solo preveda un consistente aumento degli stipendi, ma rappresenti anche un passo avanti nel rafforzamento delle relazioni sindacali, nell’aggiornamento del welfare e nel sostegno alla trasformazione digitale in atto nelle pubbliche amministrazioni. Tra le innovazioni introdotte dal rinnovo, spicca la regolamentazione aggiornata del lavoro agile, con nuove linee guida volte a migliorare la conciliazione tra vita professionale e personale, aumentando nel contempo l’efficienza dei servizi erogati. Questa disciplina più flessibile si propone di adeguare l’organizzazione del lavoro alle esigenze contemporanee, favorendo un migliore equilibrio per i dipendenti pubblici.
Il potenziamento del welfare integrativo rappresenta un altro elemento di rilievo: le misure adottate sono orientate a offrire un sostegno più efficace in ambiti quali il reddito, le politiche sanitarie, l’istruzione e le attività culturali. Questi interventi mirano a rafforzare la protezione sociale del personale, offrendo strumenti concreti per affrontare le difficoltà economiche e sociali. Inoltre, il rinnovo prevede un investimento significativo nella formazione continua, con particolare attenzione alla transizione digitale. Sono stati programmati corsi specifici sull’intelligenza artificiale e sull’utilizzo dei modelli linguistici di grandi dimensioni, tecnologie che stanno trasformando profondamente il funzionamento della pubblica amministrazione e il settore privato.

Dal punto di vista economico, il rinnovo contrattuale porta con sé aumenti salariali sostanziosi. La media degli incrementi previsti è di 558 euro lordi mensili, erogati su 13 mensilità, con decorrenza dal gennaio 2024. In particolare, i dirigenti di prima fascia beneficeranno di un aumento medio di 980 euro al mese, mentre quelli di seconda fascia percepiranno un incremento di 545 euro. Oltre all’aumento mensile, il contratto riconosce un arretrato medio complessivo pari a circa 9.400 euro, a copertura del periodo fino a ottobre 2025.
Questo risarcimento economico rappresenta un giusto riconoscimento per il tempo trascorso senza un rinnovo contrattuale, sottolineando la volontà di valorizzare concretamente il lavoro svolto da questi professionisti. Questi aumenti si inseriscono in un contesto di trasformazione e modernizzazione del settore pubblico, che punta a riconoscere adeguatamente il valore delle professionalità centrali. Nonostante le difficoltà economiche che interessano il bilancio pubblico, il rinnovo del CCNL segna un passo decisivo per sostenere e motivare il personale delle amministrazioni centrali in un momento di sfide complesse.





