Sono in molti a chiedersi se, nel caso in cui si prelevino soldi dell’eredità, non si debba versare tassa di successione. Cosa dice la legge

L’eredità rappresenta un passaggio importante nella vita di ogni famiglia, un momento carico di significati ma anche di complicazioni pratiche e legali. Quando si parla di eredità, spesso si ignora o si fraintende uno degli aspetti più delicati: la tassa di successione.

Questa imposta viene applicata sul valore complessivo dei beni che si ricevono dopo la scomparsa di una persona, e il suo ammontare varia in base al grado di parentela e al valore dell’eredità stessa.

Immaginate una situazione comune: una famiglia che, dopo la perdita di un caro, si ritrova ad affrontare non solo il dolore, ma anche l’impegno burocratico di dichiarare e suddividere i beni lasciati.

Tra questi possono esserci una casa, conti correnti, investimenti o altri patrimoni. È proprio in questa fase che entra in gioco la tassa di successione, un costo inevitabile per chi riceve l’eredità, ma spesso sottovalutato o mal compreso.

Non di rado, infatti, si sente dire che prelevare i soldi o trasferire i beni prima di aver dichiarato la successione possa servire a evitare il pagamento di questa tassa. Una convinzione diffusa che, però, può nascondere una serie di conseguenze davvero spiacevoli.

Prelevare i soldi dell’eredità per non pagare la tassa di successione: l’errore comune che rischia di costarti caro

Spesso, quando si parla di tassa di successione, circolano false convinzioni che spingono a tentare vie rischiose per evitarne il pagamento. Tra queste, una delle più diffuse è l’idea di prelevare tutti i soldi da un conto cointestato con il defunto, magari anche prima della sua morte, con la speranza di nascondere l’eredità e sfuggire così agli obblighi fiscali. Una pratica che, purtroppo, oltre a non essere legittima, può esporre a conseguenze gravi.

Se prelevo i soldi dell'eredità non pago la tassa di successione?
Se prelevo i soldi dell’eredità non pago la tassa di successione?-diritto-lavoro.com

È importante chiarire che nella dichiarazione di successione devono essere indicati tutti i beni ricevuti, compresi il denaro contante e le donazioni. Il denaro presente su un conto cointestato non appartiene automaticamente a chi effettua il prelievo, ma è presumibilmente diviso in parti uguali o secondo accordi specifici. Se si dimostra che quei soldi erano di proprietà del defunto, entrano integralmente nell’asse ereditario, anche se sono stati prelevati.

Inoltre, qualunque tentativo di sottrarre fondi prima o dopo il decesso può essere scoperto facilmente durante i controlli fiscali, con il rischio di sanzioni pesantissime.

A livello penale, si rischiano accuse come falso in atto pubblico o circonvenzione di incapace, mentre sul fronte tributario le multe possono superare anche il doppio dell’imposta dovuta.

Anche chi non sarebbe tenuto a pagare la tassa può incorrere in sanzioni se non dichiara correttamente i beni.Insomma, agire con leggerezza o cercare scorciatoie può trasformare un’eredità in un vero problema legale e fiscale.