La Naspi non è identica per tutti i lavoratori, infatti, ci sono delle differenze per alcune categorie. Attenzione.
La Naspi non è uguale per tutti, lo sapevi? Pur essendo uno strumento fondamentale di protezione sociale dei lavoratori durante le fasi disoccupazione, piò cambiare. La nuova assicurazione sociale di disoccupazione, è stata introdotta nel 2015.
Il fine di questo strumento è di garantire sostegno finanziario a tutti i lavoratori che perdono il proprio impego, involontariamente. Introdotta per sostituire le precedenti indennità di disoccupazione, fornisce un concreto supporto economico durante il periodo di ricerca di un nuovo impiego.
Grazie alla Naspi i lavoratori disoccupati involontari possono contare su un contributo mensile che li aiuta a coprire le spese durante la disoccupazione, evitando che questi si trovino ad affrontare situazioni di estrema precarietà economica.
Inoltre, garantisce una rete di sicurezza, assicurando la stabilità sociale e la tutela dei lavoratori. Grazie a questa copertura finanziaria, i disoccupati sono incentivati alla ricerca di una nuova occupazione e alla riqualificazione professionale, facilitando il loro reinserimento nel mercato del lavoro.
La Naspi non è uguale per tutti: per questi lavoratori ci sono regole diverse
La disoccupazione è un momento difficile, soprattutto per quegli impieghi caratterizzati dalla stagionalità. Si pensi ad esempio, a tutti coloro che lavorano nel settore dell’edilizia, dove un lavoratore è operativo durante l’attività del cantiere, ma è spesso disoccupato nel periodo in cui l’azienda deve attendere prima di avviare una nuova commessa.

Anche nel settore turistico, alberghiero e recettizio è inevitabile che ci siano per i lavoratori dei momenti di disoccupazione. La disciplina della Naspi varia, dunque, a seconda del settore di pertinenza del lavoratore. Per i precari della scuola ad esempio tra la fine di un anno scolastico e l’inizio del successivo, i mesi di pausa sono due, dal 30 giugno al 1 settembre.
Si ha diritto, dunque, a due mesi di Naspi, indipendentemente dai mesi di lavoro svolti, anche se in genere per la Naspi si applica il principio del 50% delle settimane lavorate nel quadriennio precedente, al netto dei periodi già utilizzati per precedenti Naspi o altri indennità di disoccupazione.
Secondo le regole vigenti, i precari della scuola dopo aver presentato la domanda di Naspi, ricevono un sms dall’INPS di avvenuta iscrizione automatica alla piattaforma SIISL.
Trascorsi 15 giorni dalla ricezione del messaggio da parte dell’INPS, i lavoratori precari richiedenti devono obbligatoriamente collegarsi alla piattaforma per confermare i dati di contatto per aggiornare il curriculum vitae, sottoscrivere il patto di attivazione digitale, consentire al sistema di predisporre il patto di servizio personalizzato.





