L’elenco completo di coloro che potranno beneficiare della quattordicesima a luglio: come verificare e quando arriva l’assegno.
Con l’avvicinarsi del pagamento pensionistico di luglio, molti pensionati si chiedono se spetti loro la quattordicesima mensilità. Questa somma aggiuntiva, erogata dall’INPS, rappresenta un aiuto economico importante per chi ha redditi medio-bassi e risponde a specifici requisiti di legge.
Tuttavia, la normativa che regola l’accesso a questa prestazione è complessa e spesso fonte di dubbi. Scopriamo allora chi ha diritto alla quattordicesima nel 2025, quali sono le condizioni da rispettare e chi invece ne è escluso.
Chi ha diritto alla quattordicesima pensionistica nel 2025?
Secondo quanto indicato dall’INPS, la quattordicesima è un importo aggiuntivo erogato a luglio o dicembre a favore dei pensionati che soddisfano determinati criteri. Possono riceverla:
- i titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria o delle sue forme sostitutive o esclusive, gestite da enti pubblici previdenziali;
- chi ha compiuto almeno 64 anni di età;
- chi ha un reddito complessivo annuo non superiore a due volte il trattamento minimo del Fondo Lavoratori Dipendenti.
Per il 2025 il trattamento minimo annuo è stato aggiornato a 7.844,20 euro; di conseguenza, il limite massimo di reddito per accedere alla quattordicesima è pari a 15.688,40 euro. La platea dei beneficiari si è ampliata rispetto all’anno precedente grazie a questo adeguamento. Inoltre, l’importo della quattordicesima varia in base agli anni di contributi accumulati: più contributi si possiedono, maggiore sarà la somma riconosciuta. L’accredito avviene solitamente con la pensione di luglio, come somma aggiuntiva. Non tutti i pensionati possono beneficiare della quattordicesima. Restano esclusi:
- i titolari di prestazioni assistenziali come l’assegno sociale, la pensione di invalidità civile o l’Ape sociale, in quanto queste non hanno natura previdenziale;
- chi non ha ancora raggiunto i 64 anni di età, anche se possiede i requisiti contributivi e reddituali;
- chi supera i limiti di reddito stabiliti dalla legge, fissati a 11.766,30 euro per la quattordicesima piena e a 15.688,40 euro come soglia massima oltre la quale non si ha diritto ad alcuna integrazione.
In alcuni casi, se il reddito eccede lievemente il limite, è possibile ricevere una quota parziale della quattordicesima calcolata proporzionalmente. Per chi ha dubbi, si consiglia di consultare il cedolino pensione nell’area riservata del sito INPS per verificare la presenza della maggiorazione. Le soglie reddituali per la quattordicesima vengono aggiornate annualmente per adeguarsi all’andamento del trattamento minimo. Per questo motivo, chi non ha diritto un anno potrebbe acquisirlo nel successivo, e viceversa. È quindi essenziale controllare ogni anno i requisiti per evitare errori o sorprese.

Sempre più spesso si sente parlare della possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia anche senza aver raggiunto i canonici 20 anni di contributi. La normativa italiana prevede in realtà due requisiti per la pensione ordinaria:
- età minima di 67 anni;
- almeno 20 anni di contributi versati.
Tuttavia, esistono casi particolari in cui è possibile andare in pensione con contributi inferiori, purché si abbia un’età maggiore. Come spiegato da esperti del settore, la differenza principale dipende dalla data del primo accredito contributivo:
- chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 (nuovi iscritti o regime contributivo puro) può accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 5 anni di contributi, ma solo al compimento dei 71 anni;
- chi ha iniziato a lavorare prima di quella data (vecchi iscritti, regime retributivo o misto) deve rispettare i requisiti standard di 67 anni e 20 anni di contributi.
Per chi rientra nel regime contributivo puro, dunque, è possibile andare in pensione anche con 5, 10 o 15 anni di contributi, a condizione di aver raggiunto i 71 anni di età. Questo meccanismo consente una maggiore flessibilità per chi ha avuto carriere lavorative discontinue o più brevi. Chi non rientra in queste categorie e non possiede i requisiti minimi per la pensione può valutare di accedere all’Assegno Sociale, un sostegno economico riservato a chi si trova in condizioni di disagio economico e ha almeno 67 anni, ma che non costituisce una pensione vera e propria.





