Sembra una multa autentica, ma in realtà è un inganno ben orchestrato in cui molti sono caduti. Cosa è successo

Negli ultimi anni, le truffe online hanno assunto forme sempre più subdole e raffinate, trasformandosi in una minaccia silenziosa che colpisce migliaia di persone ogni giorno.

Dalle false email delle banche, ai finti messaggi delle forze dell’ordine, fino alle trappole sui social network, i raggiri digitali riescono a insinuarsi nella vita delle vittime con un’efficacia impressionante. La pericolosità di queste truffe non si misura solamente dal punto di vita economico, e dunque nel denaro sottratto, ma anche nei traumi psicologici che lasciano dietro di sé.

Nella gran parte dei casi, infatti, chi subisce una frode online sperimenta un senso di vergogna, di impotenza, di smarrimento, che può durare mesi, se non anni, minando la fiducia negli altri e perfino in se stessi.

Dall’altra parte dello schermo, i truffatori agiscono spinti da un mix di avidità e freddezza spietata. Sono individui singoli, o talvolta vere e proprie organizzazioni criminali, che trovano nel web un terreno fertile, dove la possibilità di restare anonimi alimenta l’illusione di poter agire impuniti. Internet, infatti, con la sua velocità e la sua apparente mancanza di confini, rappresenta un’occasione ideale.

Tra le truffe più recenti, sta emergendo con preoccupante velocità la cosiddetta “truffa della ZTL”, un inganno ben congegnato che sfrutta la paura delle multe e la confusione burocratica, per estorcere denaro. Questa frode ha già mietuto centinaia di vittime, segno che la criminalità digitale non smette mai di rinnovarsi, pronta a colpire ancora.

La truffa della ZTL: la trappola pericolosa che sembra autentica

Un nuovo tentativo di frode sta seminando preoccupazione, sfruttando ancora una volta il meccanismo della paura per spingere le persone a cedere informazioni sensibili o addirittura denaro.

La multa della ZTL che ha truffato centinaia di persone
La multa della ZTL che ha truffato centinaia di persone-diritto-lavoro.com

La truffa si presenta sotto le sembianze di una finta sanzione per violazione di una ZTL, notificata in modo ingannevole tramite messaggio privato WhatsApp. Approfittando della scarsa familiarità con le procedure digitali di alcuni cittadini, in particolar modo anziani o persone meno esperte, i truffatori inviano comunicazioni molto realistiche. La truffa è particolarmente pericolosa, poiché tutto è curato nei minimi dettagli, dalla grafica fino ad arrivare a precisi riferimenti ad alcuni articoli del Codice della Strada.

Il messaggio inviato alle vittime fa riferimento a una multa da 196 euro, con la minaccia di una cifra ben più alta, che può arrivare fino a 468 euro, se il pagamento non viene effettuato rapidamente. Si tratta di schema psicologico frequentemente usato dai truffatori e atto a spaventare la vittima e spingerla a reagire senza riflettere. Eppure, ci sono segnali inequivocabili che dovrebbero sempre metterci in allerta. La vera Pubblica Amministrazione, infatti, non invia multe tramite WhatsApp, ma solo con raccomandata A/R, PEC o attraverso applicazioni ufficiali.

A peggiorare la situazione c’è anche un link inserito nel messaggio, che reindirizza a un sito dall’aspetto plausibile, ma in realtà completamente falso. Una trappola ideata per impossessarsi di dati bancari e personali, con il rischio di ulteriori frodi a catena.

Il consiglio resta quello di mantenere la calma, non farsi prendere dall’agitazione e verificare sempre la fonte, contattando direttamente l’ente competente, prima di qualsiasi pagamento. Mai fidarsi di messaggi che giocano sulla fretta e sull’urgenza, perché è proprio lì che si annida l’inganno.