Se il Comune non rispetta le nuove regole allora puoi sempre contestare la multa dell’autovelox: aspetta prima di pagare.

Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni ministeriali a partire dal 12 giugno 2025, la gestione degli autovelox nei Comuni italiani subisce un cambiamento radicale, destinato a modificare profondamente la capacità degli enti locali di incassare sanzioni per eccesso di velocità.

Le novità normative impongono limiti rigorosi nell’installazione degli apparecchi e rafforzano le garanzie legali a tutela degli automobilisti, con importanti ripercussioni sulle entrate comunali e sull’efficacia dei controlli.

Nuove regole sugli autovelox: distanze minime e omologazione obbligatoria

Dal 12 giugno 2025, i Comuni italiani non potranno più posizionare autovelox a piacimento sulle strade, ma dovranno rispettare precise distanze minime tra una postazione e l’altra e installare gli apparecchi solo previa autorizzazione dei Prefetti, che verificheranno la sussistenza dei presupposti previsti dalla normativa vigente. Inoltre, una delle novità più rilevanti riguarda la necessità imprescindibile dell’omologazione ministeriale degli strumenti di rilevazione. Gli autovelox che non abbiano ancora completato l’iter di omologazione dovranno essere immediatamente disattivati.

La mancata osservanza di questa disposizione espone i Comuni al rischio concreto di una nullità delle multe elevate con apparecchi non omologati, come già confermato da recenti decisioni della Corte di Cassazione. La questione dell’omologazione degli autovelox è stata al centro di un acceso dibattito giuridico, culminato con la sentenza n. 10505 del 2024 e l’ordinanza n. 1332/2025 della Corte di Cassazione, pubblicata il 14 maggio 2025. La Suprema Corte ha chiarito in modo inequivocabile che l’omologazione e l’approvazione sono due procedimenti distinti e che solo l’omologazione garantisce il corretto funzionamento dello strumento e la validità legale delle sanzioni.

La Corte ha inoltre smentito la circolare ministeriale del 23 gennaio 2025, che tentava di equiparare l’approvazione all’omologazione, sottolineando che le circolari amministrative non possono modificare né disapplicare norme di rango primario, come l’articolo 142 del Codice della strada. Quest’ultimo prescrive infatti la “debita omologazione” per i dispositivi di rilevazione della velocità, condizione imprescindibile per validare le multe e le relative decurtazioni di punti.

Autovelox
Non devi pagare la multa dell’autovelox se il Comune non ha rispettato queste regole – Diritto – Lavoro.com

L’omologazione svolge quindi una funzione pubblicistica di garanzia, certificando che il processo di rilevamento della velocità risponda a criteri di precisione, legalità e tutela dei diritti dei cittadini. Senza questa certificazione, le misurazioni degli autovelox non hanno valore legale, esponendo gli enti locali a un’ondata di ricorsi e annullamenti delle sanzioni.

Fino a ora, gli autovelox rappresentavano una fonte consistente di entrate per molte amministrazioni locali, anche di piccoli centri. Il caso emblematico è quello del Comune di Colle Santa Lucia, in provincia di Belluno, che con appena 350 abitanti ha incassato oltre 1,2 milioni di euro tra il 2021 e il 2023 grazie a un solo apparecchio di rilevazione automatica della velocità, pari a circa 3.600 euro per abitante.

Anche i Comuni del Salento hanno beneficiato di introiti significativi: nel 2023, solo quattro amministrazioni (Galatina, Trepuzzi, Cavallino e Melpignano) hanno raccolto complessivamente oltre 8,7 milioni di euro dalle multe elevate tramite autovelox. Tuttavia, con le nuove regole e la stretta sull’omologazione, queste entrate rischiano di diminuire drasticamente, soprattutto se gli enti non provvederanno a disattivare gli strumenti non conformi.

Oltre alla perdita economica, gli amministratori locali dovranno far fronte anche a un numero elevato di ricorsi da parte degli automobilisti, che, se accolti, potrebbero comportare ingenti costi legali e pesanti ripercussioni sui bilanci comunali. Questa svolta normativa rappresenta quindi un punto di svolta per la gestione della sicurezza stradale e per la tutela dei diritti degli automobilisti in Italia, imponendo una maggiore trasparenza e rigore nell’utilizzo degli autovelox come strumenti di controllo e deterrenza.