Controlli dell’Agenzia delle Entrate sul 2021, partono le lettere: ma cosa si cerca? Chi rischia di più e a cosa fare attenzione.

L’Agenzia delle Entrate avvia una nuova campagna di controlli sulle partite IVA relativamente agli aiuti di Stato dichiarati per l’anno 2021.

L’obiettivo è verificare l’esattezza delle dichiarazioni fiscali, con un’attenzione particolare all’uso corretto del codice 999 e alla corretta segnalazione degli aiuti nei modelli Redditi, IRAP e 770.

Controlli fiscali sulle partite IVA e aiuti di Stato: cosa prevede la campagna

Con un provvedimento datato 5 giugno 2025, l’Amministrazione finanziaria ha ufficializzato l’avvio di una serie di verifiche volte a identificare ed eventualmente correggere errori, omissioni o irregolarità nelle dichiarazioni relative agli aiuti di Stato ricevuti. Le verifiche riguarderanno il prospetto dedicato agli aiuti contenuto nei modelli fiscali, con particolare riguardo ai contributi erogati in regime “de minimis” e a quelli che, per varie ragioni, non risultano registrati nei registri ufficiali come il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA), il SIAN per il settore agricolo e il SIPA per pesca e acquacoltura.

Il fulcro del problema risiede nella gestione non sempre corretta delle informazioni, che ha spesso impedito la corretta registrazione degli aiuti presso i suddetti sistemi informatici pubblici. Le comunicazioni inviate dall’Agenzia raggiungeranno i contribuenti coinvolti tramite il domicilio digitale (PEC) e il Cassetto Fiscale. Le cosiddette lettere di compliance conterranno dettagli fondamentali quali i dati identificativi del contribuente, le dichiarazioni fiscali coinvolte, l’elenco degli aiuti di Stato dichiarati ma non correttamente registrati e le indicazioni per procedere alla regolarizzazione delle anomalie.

Questi strumenti rappresentano un primo passo da parte del Fisco per agevolare la correzione spontanea degli errori prima di eventuali sanzioni più pesanti. Un elemento che ha creato numerose difficoltà è l’uso improprio del cosiddetto codice 999, un codice residuale previsto nel campo “Codice aiuto” del prospetto “Aiuti di Stato”. Questo codice dovrebbe essere utilizzato esclusivamente in circostanze eccezionali, ossia per aiuti fiscali automatici non presenti nella tabella ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

In molti casi, invece, il codice 999 è stato impiegato in modo errato, ad esempio per agevolazioni già codificate o per incentivi concessi da enti diversi da quelli previsti dalla normativa sugli aiuti di Stato. Questi errori hanno causato problemi nella registrazione degli aiuti e hanno richiesto successivi interventi correttivi. Se il codice 999 è stato inserito per un aiuto già censito nella tabella ufficiale, il contribuente dovrà presentare una dichiarazione integrativa per correggere l’errore. In caso di utilizzo del codice per agevolazioni estranee al regime di aiuti di Stato, sarà necessario valutare con attenzione la rilevanza del codice nelle dichiarazioni future.

Documenti
Hai i documenti fiscali del 201? Partono a giorni i controlli dell’Agenzia delle Entrate – Diritto-lavoro.com

I contribuenti che ricevono una lettera dell’Agenzia delle Entrate e rilevano errori nella compilazione delle sezioni dedicate agli aiuti di Stato possono regolarizzare la propria posizione presentando una dichiarazione integrativa. In questa fase sarà importante fornire correttamente tutte le informazioni richieste, quali il codice ATECO, la Regione, il Comune, il settore di attività, la dimensione dell’impresa e la tipologia di costi sostenuti.

Una volta effettuata la correzione, gli aiuti dichiarati verranno regolarmente registrati nei sistemi pubblici RNA, SIAN e SIPA, ma la registrazione effettiva avverrà solo nell’anno successivo alla presentazione della dichiarazione integrativa. Qualora, invece, emerga che il contribuente non aveva diritto all’agevolazione o che questa non è stata registrata per motivi non imputabili a errori di dichiarazione, sarà necessario procedere alla restituzione delle somme percepite, maggiorate degli interessi di legge.

È inoltre possibile avvalersi del ravvedimento operoso, che consente di sanare la propria posizione versando sanzioni in misura ridotta. Tuttavia, è fondamentale attenersi alle disposizioni vigenti prima delle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 87 del 14 giugno 2024, in quanto le regole applicabili a questa procedura sono quelle antecedenti al decreto.