L’introduzione di questo nuovo requisito rappresenta un cambiamento significativo nel sistema di tutela per i lavoratori disoccupati.

Il sistema di accesso alla Naspi, il principale sussidio di disoccupazione per i lavoratori dipendenti in Italia, ha subito una modifica significativa con l’introduzione di un nuovo requisito previsto dalla legge di bilancio 2025, su impulso del Governo Meloni.

L’Inps, con la circolare n. 98 del 5 giugno 2025, ha fornito chiarimenti sul cambiamento, che riguarda soprattutto chi ha deciso di dimettersi volontariamente nei 12 mesi precedenti alla perdita involontaria del lavoro.

Il nuovo requisito introdotto per la Naspi

La Naspi è un’indennità destinata ai lavoratori che perdono il posto di lavoro senza averne volontariamente determinato la cessazione. Tradizionalmente, per accedervi, era necessario aver maturato almeno 13 settimane di lavoro nei quattro anni precedenti la richiesta. Tuttavia, la nuova normativa impone un’ulteriore condizione per chi si è dimesso volontariamente nell’anno antecedente la domanda di Naspi.

In questi casi, infatti, il lavoratore deve poter dimostrare che il rapporto di lavoro successivo, da cui è stato licenziato involontariamente e per il quale si richiede la Naspi, abbia avuto una durata minima di 13 settimane. Questa misura è stata pensata per evitare abusi e garantire che la prestazione sia erogata solo a chi si trovi effettivamente in una condizione di disoccupazione non volontaria prolungata.

I requisiti tradizionali per ottenere la Naspi

Prima della riforma, l’accesso alla Naspi si basava sul requisito unico di aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione utile nei quattro anni precedenti lo stato di disoccupazione.

Naspi, il nuovo requisito
Come ottenere la Naspi – diritto-lavoro.com

Questo periodo comprende non solo le settimane lavorate effettivamente, ma anche i contributi accreditati durante la maternità obbligatoria, i periodi di lavoro all’estero in Stati con convenzione bilaterale con l’Italia e le astensioni dal lavoro per malattia dei figli.

La circolare dell’Inps ha sottolineato l’importanza di distinguere chiaramente questo requisito originario dal nuovo, al fine di evitare confusione tra i beneficiari e gli operatori che gestiscono le pratiche di richiesta.

Cosa cambia per i lavoratori che hanno lasciato un impiego volontariamente

La novità più rilevante riguarda proprio chi, avendo lasciato un lavoro volontariamente nei 12 mesi precedenti, intende richiedere la Naspi a seguito della perdita involontaria di un secondo impiego. In questo caso, sarà necessario aver mantenuto il secondo posto di lavoro per almeno 13 settimane, altrimenti la domanda sarà respinta.

Questo scenario si applica, per esempio, a chi lascia un’azienda per un’offerta migliore, ma si ritrova disoccupato a causa di una chiusura o crisi dell’azienda successiva. La nuova regola, quindi, introduce un doppio filtro: oltre al requisito delle 13 settimane di contribuzione negli ultimi quattro anni, si aggiunge quello di una durata minima di lavoro di 13 settimane nell’ultimo impiego prima della disoccupazione.

È importante precisare che questa modifica riguarda esclusivamente i requisiti di accesso e non incide né sulla durata né sull’importo della prestazione Naspi, che rimangono invariati.