La truffa della finta multa rappresenta un esempio pericoloso di frode basata sull’inganno e sulla simulazione di autorità.

Negli ultimi mesi, un preoccupante raggiro ha colpito diverse città italiane, prendendo di mira soprattutto automobilisti ignari. Si tratta della truffa della finta multa, un inganno astuto che sfrutta l’apparenza di ufficialità per sottrarre denaro alle vittime. I truffatori, travestiti da postini o da addetti alla notifica, consegnano sanzioni contraffatte e riescono a convincere le persone a pagare immediatamente multe inesistenti.

Questo fenomeno ha destato un crescente allarme tra i cittadini, spingendo le forze dell’ordine a lanciare campagne di sensibilizzazione e avviare indagini per prevenire ulteriori frodi.

Come funziona la truffa della finta multa

Il meccanismo alla base di questa truffa è tanto semplice quanto insidioso. I malviventi si presentano presso le abitazioni, spesso indossando abiti simili a quelli dei postini o dei messi notificatori, e possono bussare alla porta o lasciare nella cassetta delle lettere una falsa multa per presunte infrazioni al codice della strada.

Le contravvenzioni più comuni riguardano eccesso di velocità, sosta vietata o passaggio con semaforo rosso, tutte situazioni che rendono il raggiro particolarmente credibile.

I falsi postini affermano che la notifica deve essere saldata in contante immediatamente o indicano un codice IBAN su cui effettuare un bonifico, facendo leva sul timore che eventuali ritardi possano portare a sanzioni maggiorate. I documenti consegnati appaiono autentici: presentano il logo del Comune, un numero di protocollo e dettagli sull’infrazione.

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A cosa fare attenzione – diritto-lavoro.com

Tuttavia, a un’analisi più attenta, si possono notare delle mancanze fondamentali, come l’assenza del codice identificativo del verbale ufficiale, il nome esatto dell’ente accertatore o la firma digitale. Alcuni dei truffatori si spingono addirittura a mostrare finti tesserini identificativi per aumentare ulteriormente la loro credibilità.

Chi sono le vittime e dove avviene il raggiro

Le vittime preferite dai truffatori sono spesso persone anziane o coloro che hanno poca familiarità con le comunicazioni digitali, rendendoli meno capaci di distinguere un atto autentico da uno falso. Tuttavia, anche i giovani adulti, distratti o sottoposti a pressione, possono cadere nella trappola.

I truffatori operano in modo mirato, scegliendo quartieri residenziali o aree con traffico limitato, dove è probabile che le persone possano aver commesso una violazione senza rendersene conto.

Fino ad ora, sono stati riportati casi in diverse province italiane, in particolare al nord, ma il raggiro ha il potenziale di diffondersi in altre aree. La Polizia Locale ha esortato i cittadini a prestare la massima attenzione, specialmente se ricevono una multa di cui non hanno memoria e se la richiesta di pagamento proviene da persone fisicamente presenti o tramite canali informali.

Truffa finta multa: come difendersi

Per difendersi efficacemente da questo raggiro, è fondamentale conoscere le modalità corrette di notifica delle sanzioni. Le multe autentiche vengono consegnate tramite raccomandata A/R o PEC e devono sempre indicare l’ente emittente con firma digitale. Non esistono pagamenti in contanti da effettuare direttamente alla consegna. Se qualcuno chiede soldi immediatamente, è altamente probabile che si tratti di un truffatore.

È consigliabile non aprire la porta a sconosciuti che si presentano come postini, a meno che non siano in possesso di un tesserino ufficiale riconoscibile. In caso di dubbi, è sempre meglio contattare direttamente la Polizia Municipale o la sede dei Vigili Urbani per verificare l’autenticità del verbale.

Se, purtroppo, si è già stati vittime del raggiro, è cruciale sporgere denuncia il prima possibile, fornendo ogni dettaglio utile: descrizione del truffatore, orario dell’incontro, documento ricevuto e eventuali coordinate bancarie indicate.