Pubblicare immagini dei propri figli online non è solo una questione di privacy o buon senso: può diventare un problema di natura legale

Nel mondo digitale di oggi, i social network sono diventati il principale strumento per raccontare la propria vita. Quotidianamente, milioni di persone condividono pensieri, foto, video e momenti privati con amici, parenti e follower. Tra i soggetti più presenti in queste narrazioni virtuali ci sono anche i bambini, spesso ritratti in situazioni quotidiane: dai primi passi ai compleanni, dalle vacanze in famiglia ai successi scolastici. Ma i problemi sono dietro l’angolo

Il fenomeno ha ormai un nome ben preciso: “sharenting”, unione dei termini inglesi share (condividere) e parenting (genitorialità). Si riferisce alla pratica, sempre più comune, di postare immagini e contenuti che riguardano i figli, spesso senza pensare alle possibili implicazioni legate alla loro tutela. Questa abitudine, per quanto diffusa, può però ledere i diritti dei minori, che – anche se piccoli – godono di specifiche tutele giuridiche, tra cui quella alla riservatezza e alla protezione della propria immagine.

Cosa dice la legge

In Italia, la normativa è chiara. Il Codice Civile (articolo 10) e la Legge sul diritto d’autore (n. 633/1941, articoli 96 e 97) stabiliscono che per la pubblicazione dell’immagine di un minore è necessario il consenso di entrambi i genitori, se entrambi esercitano la responsabilità genitoriale. Anche in assenza di conflitto tra i due, un genitore non può agire da solo nel pubblicare foto del figlio, specialmente se l’altro è contrario.

Foto figli sui social, legge
Foto dei figli sui social: cosa dice la legge – (diritto-lavoro.com)

In casi simili, è possibile che il genitore dissenziente si rivolga a un giudice, chiedendo la rimozione immediata delle immagini e il divieto di ulteriori pubblicazioni. I tribunali italiani, infatti, si sono già espressi più volte in favore della tutela del minore, considerando prevalente l’interesse del bambino alla riservatezza rispetto alla libertà del genitore di condividere contenuti.

Ma la questione non riguarda solo i genitori. Se il minore ha un’età e una maturità tali da poter esprimere una volontà autonoma – come può avvenire in età adolescenziale – anche la sua opinione deve essere ascoltata e rispettata. Un figlio può quindi legittimamente chiedere ai genitori di non pubblicare sue immagini, e questo desiderio deve essere preso in considerazione.

Non rispettare queste regole può comportare conseguenze rilevanti. In ambito civile, chi pubblica immagini senza autorizzazione può essere chiamato a risarcire il danno per violazione del diritto all’immagine e alla riservatezza. In certi casi, può persino configurarsi il reato di trattamento illecito di dati personali, con conseguenze penali.

Ancor più delicata è la situazione nei casi di genitori separati. Se uno dei due pubblica contenuti senza il consenso dell’altro, il comportamento può influire anche nelle decisioni del giudice su affido e rapporti genitoriali. Alcune sentenze hanno riconosciuto che esporre i figli online contro il volere dell’altro genitore può essere sintomo di scarso rispetto per l’interesse del minore.

Oltre agli aspetti legali, c’è una componente fondamentale da considerare: la sicurezza dei minori. Una volta online, una foto può essere scaricata, modificata, diffusa senza controllo, finendo anche in ambienti pericolosi. Non mancano casi in cui immagini apparentemente innocue sono state usate per scopi illeciti o condivise su piattaforme poco raccomandabili.