Vuoi andare in pensione, ma non sai quanto ti spetta dopo 20 anni di lavoro? Ecco le cifre previste dai tre sistemi
Molti lavoratori, per ragioni personali o professionali, si trovano a valutare l’idea di andare in pensione dopo soli 20 anni di contribuzione. Una scelta che può dipendere da carriere discontinue, difficoltà di reinserimento nel mercato del lavoro o semplicemente da decisioni di vita. Ma a quanto ammonta realmente l’assegno pensionistico in questo caso?
Per comprendere l’importo che si può ottenere dopo 20 anni di versamenti, è essenziale conoscere il sistema di calcolo con cui verrà liquidata la pensione: retributivo, contributivo o misto. Ognuno di questi sistemi influisce in modo diverso sull’importo finale.
I tre sistemi contributivi: le cifre
Nel sistema retributivo, la pensione si calcola sulla base delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro. Per ogni anno di contribuzione si considera, in genere, una quota pari al 2% della retribuzione pensionabile. Pertanto, con 20 anni di contributi, il lavoratore ha diritto a una pensione pari al 40% della media delle ultime retribuzioni.

Facendo un esempio concreto: se un lavoratore ha percepito in media 30.000 euro lordi l’anno negli ultimi anni di servizio, la pensione annua lorda sarà di circa 12.000 euro. Questo corrisponde a una pensione mensile di circa 923 euro lordi. Tuttavia, questo sistema si applica solo a chi ha maturato contributi prima del 1996 e non si applica integralmente alle generazioni più giovani.
Il sistema contributivo, invece, si basa esclusivamente sull’ammontare dei contributi versati durante la vita lavorativa. I contributi annuali vengono accantonati in un “montante contributivo” che viene poi convertito in pensione utilizzando un coefficiente di trasformazione che varia in base all’età in cui si va in pensione.
Nel 2025, ad esempio, il coefficiente per chi va in pensione a 67 anni è pari al 5,608%. Supponiamo che un lavoratore abbia guadagnato in media 40.000 euro lordi all’anno per 20 anni, con una contribuzione del 33% (la quota ordinaria), accumulando così un montante contributivo pari a circa 264.000 euro. Applicando il coefficiente del 5,608%, si otterrebbe una pensione annua lorda di circa 14.805 euro, ovvero circa 1.138 euro lordi al mese.
È bene notare che nel sistema contributivo, a parità di anni lavorati, più alto è lo stipendio, maggiore sarà la pensione finale. Tuttavia, chi ha avuto una carriera con salari medio-bassi potrebbe trovarsi a percepire un assegno modesto.
Per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 e ha proseguito oltre quella data, si applica il sistema misto. Questo combina il calcolo retributivo per gli anni fino al 1995 e quello contributivo per gli anni successivi.
Immaginiamo un lavoratore con 10 anni nel retributivo e 10 nel contributivo, con una retribuzione media di 30.000 euro. In questo caso, il calcolo retributivo fornisce circa 6.000 euro lordi annui (cioè 2% x 10 anni x 30.000), mentre la parte contributiva fornisce un’ulteriore quota di circa 5.550 euro lordi, per un totale di 11.550 euro annui, ovvero circa 888 euro lordi al mese.