Advertisement

Pensione: hai 67 anni ma solo 5 anni di contributi? Scopri le modalità per accedere al pensionamento. Esplora la terza deroga Amato

Negli ultimi anni, il tema delle pensioni è diventato sempre più centrale nel dibattito pubblico italiano, soprattutto per via delle continue riforme e modifiche alle normative vigenti. Un aspetto cruciale da considerare è il requisito di contributi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia, che è fissato a un minimo di 20 anni. Tuttavia, per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, ci sono diverse opportunità e agevolazioni che meritano di essere esplorate.

Per ottenere la pensione di vecchiaia in Italia, è necessario raggiungere i 67 anni di età e avere accumulato almeno 20 anni di contributi. Questo è il requisito standard, ma esistono delle eccezioni significative che possono agevolare i lavoratori che si trovano in situazioni particolari, come ad esempio chi ha avuto carriere discontinue o ha lavorato part-time.

Una delle misure che ha introdotto flessibilità nel sistema pensionistico è la legge Amato del 1992, che ha previsto deroghe al requisito contributivo standard. Tra queste deroghe, una in particolare continua a rivestire un ruolo importante per molti lavoratori: la possibilità di andare in pensione dopo aver versato solo 15 anni di contributi, ma a patto di soddisfare determinati criteri.

Advertisement

Come andare in pensione con cinque anni di contributi

La terza deroga della legge Amato si rivolge specificamente ai lavoratori dipendenti, ad eccezione degli iscritti alla Gestione esclusiva. Questa deroga è fondamentale per coloro che, pur avendo una carriera lavorativa, non riescono a raggiungere i 20 anni di contribuzione a causa di periodi di lavoro part-time o di contratti a tempo determinato.

Deroga Amato, pensioni
La deroga Amato per i pensionati – (diritto-lavoro.com)

Per accedere a questa deroga, è necessario avere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e aver maturato, per almeno 10 anni, periodi di lavoro inferiori alle 52 settimane in un anno solare. Ciò significa che anche chi ha avuto una carriera lavorativa discontinua può beneficiare di questa misura, evitando di essere escluso dal sistema pensionistico.

È importante notare che gli anni di lavoro non corrispondono necessariamente agli anni di contributi. La legge stabilisce infatti che per ottenere il riconoscimento di una settimana contributiva è necessario guadagnare un importo minimo, il quale viene rivalutato annualmente. Nel 2025, il minimale settimanale per l’accredito dei contributi è fissato a 241,36 euro. Questo significa che solo chi guadagna almeno 12.550,72 euro all’anno ha diritto al riconoscimento di un intero anno di contributi.

Per esempio, un lavoratore che percepisce 8.000 euro all’anno accumulerà solo 33 settimane contributive, nonostante abbia lavorato per 12 mesi. Questa discrepanza può portare a situazioni in cui, raggiunta l’età di 67 anni, il lavoratore si ritrova con meno di 20 anni di contribuzione, rischiando di non poter accedere alla pensione.

La terza deroga Amato, quindi, può fare la differenza per i lavoratori che operano in contesti di lavoro part-time o discontinuo. Questa misura consente loro di andare in pensione anche con soli 15 anni di contributi, ma sempre al compimento dei 67 anni. È una soluzione che offre un’importante opportunità per una vasta gamma di lavoratori, in particolare per coloro che hanno faticato a ottenere un’occupazione stabile.

È bene ricordare che questa deroga è stata concepita per rispondere a una realtà lavorativa in continua evoluzione, caratterizzata da contratti flessibili e da una crescente diffusione del lavoro part-time. La legge tiene conto delle difficoltà che molti lavoratori affrontano e cerca di garantire loro una forma di protezione previdenziale, anche se non hanno raggiunto i requisiti standard.

Advertisement