Ci sono (almeno) tre trucchi assolutamente legali per ottenere la pensione anche senza contributi versati. Una mini guida
Il sistema pensionistico italiano si basa principalmente sull’accumulo di contributi durante la vita lavorativa. Tuttavia, esistono misure che consentono di accedere a forme di sostegno economico anche per coloro che non hanno mai lavorato o che hanno versato un numero limitato di contributi.
Nel 2025, sono disponibili tre principali forme di assistenza. Ognuna di queste opzioni ha requisiti specifici, limiti di reddito e modalità di richiesta che analizzeremo nel dettaglio.
I metodi per ottenere la pensione senza contributi
La pensione di invalidità civile è rivolta a chi presenta una menomazione fisica, psichica o intellettiva che riduce la capacità lavorativa. La legge n. 118 del 1971 stabilisce che questa pensione venga riconosciuta a chi ha un’invalidità permanente non inferiore a un terzo. Per ottenere il riconoscimento, è necessaria la valutazione di una Commissione medica dell’ASL, che stabilirà il grado di invalidità.

I benefici variano in base alla percentuale di invalidità:
– Un’invalidità tra il 33% e il 66% è considerata lieve.
– Tra il 67% e il 99% è medio-grave.
– Un’invalidità del 100% indica uno stato di non autosufficienza.
Per il 2025, il trattamento mensile per chi ha una disabilità riconosciuta tra il 74% e il 99% è di 336 euro. Tuttavia, il reddito annuale non deve superare i 5.771,35 euro. Se l’invalidità è totale, l’importo mensile può arrivare fino a 739,83 euro, con un limite di reddito annuale di 19.772,50 euro. Inoltre, l’indennità di accompagnamento, pari a 542,02 euro, è erogata indipendentemente dal reddito per i disabili non autosufficienti.
A partire dal 2025, il processo di revisione delle prestazioni assistenziali è stato semplificato grazie a una nuova normativa, permettendo revisioni per soggetti con patologie oncologiche mediante valutazione degli atti.
L’assegno sociale è una forma di sostegno economico per coloro che non hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia. Questa prestazione è rivolta a persone in difficoltà economica che, al compimento dei 67 anni, si trovano in condizioni di povertà. Per il 2025, l’importo mensile dell’assegno sociale è fissato a 538,68 euro per 13 mensilità.
I requisiti per accedere all’assegno sociale includono:
– Età minima di 67 anni.
– Cittadinanza italiana, comunitaria o extracomunitaria con permesso di soggiorno UE.
– Residenza effettiva in Italia.
– Reddito personale non superiore a 7.002,97 euro annui; se coniugati, il reddito familiare non deve superare 14.005,94 euro.
Le domande possono essere presentate esclusivamente online tramite il sito dell’INPS, contattando il Contact Center o attraverso i patronati. È necessario allegare documentazione come l’autocertificazione dei dati personali e una dichiarazione della situazione reddituale. In caso di diniego, è possibile presentare ricorso entro 90 giorni.
Un’altra opzione disponibile per chi non ha mai lavorato è la pensione per casalinghe e casalinghi. Questa misura consente a chi svolge lavori domestici non retribuiti di versare contributi volontari al Fondo pensione dedicato, garantendosi così una rendita mensile futura. I requisiti per accedere a questa pensione includono un contributo minimo mensile di 25,82 euro (309,84 euro annui) e un’età minima di 57 anni, con almeno 5 anni di contributi versati.
Possono iscriversi al Fondo:
– I caregiver familiari.
– Le casalinghe e i casalinghi, indipendentemente dal genere.
– Chiunque si occupi della cura dei membri del proprio nucleo familiare.
– I lavoratori part-time che non riescono a versare contributi sufficienti.
L’importo della pensione per casalinghe e casalinghi dipende dall’ammontare dei contributi versati. Coloro che versano il contributo minimo riceveranno una pensione che, purtroppo, risulterà abbastanza bassa, ma rappresenta comunque un riconoscimento del lavoro domestico e di cura, spesso sottovalutato.