Dopo i sessant’anni ci sono alcuni assegni INPS che possono aiutare ad arrivare alla pensione senza restare completamente scoperti.
Non è un mistero: superati i sessant’anni, trovare o mantenere un lavoro stabile diventa una vera impresa. Il mercato del lavoro guarda altrove, verso profili più giovani, spesso più flessibili, a volte semplicemente più economici.
E così, chi ha passato i sessanta e si ritrova senza un’occupazione può sentirsi tagliato fuori, con davanti un percorso incerto fino al traguardo della pensione. Fortunatamente, però, l’INPS mette a disposizione alcune forme di sostegno economico che, senza ombra di dubbio, possono fare la differenza.
Tutti gli assegni dopo i 60 anni
Una delle misure principali da conoscere in caso di perdita del lavoro è la NASpI, ovvero la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Si tratta di un’indennità mensile che viene riconosciuta a chi ha perso involontariamente l’occupazione e ha versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti. Anche se l’età non è un requisito determinante, è evidente che per un over 60 questa misura può rappresentare un’àncora importante, soprattutto se il licenziamento avviene a pochi anni dalla pensione.
La durata della NASpI è proporzionale ai contributi versati: in linea generale, dura la metà delle settimane contributive maturate negli ultimi quattro anni. Quindi, per chi ha avuto una carriera continuativa, può durare fino a due anni. Attenzione, però: l’importo si riduce del 3% ogni mese a partire dal quarto mese di percezione. Questo significa che, sebbene sia una boccata d’ossigeno, bisogna comunque pianificare con attenzione il proprio budget.

Per chi non ha diritto alla NASpI o l’ha già terminata, esiste un’altra possibilità: l’Assegno di Inclusione. Introdotto dal 2024, ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, ma con criteri più stringenti. È destinato ai nuclei familiari in condizioni di fragilità economica, con almeno un componente over 60, un minore o un disabile. In pratica, se sei un ultrasessantenne disoccupato e il tuo reddito familiare è basso, potresti rientrare nei requisiti. L’assegno copre una parte delle spese essenziali e può arrivare a cifre mensili importanti, anche se varia in base al numero dei componenti e alla situazione reddituale.
Un aspetto importante dell’Assegno di Inclusione è che non si limita a fornire un sostegno economico: prevede anche percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Sì, anche per chi ha superato i sessanta, l’idea è quella di provare a rimettersi in gioco, magari con un part-time o lavori adatti all’età e alle competenze. Non sempre è facile, è vero, però è comunque un’opportunità.
Il quadro, insomma, è complesso. Ci sono strumenti a disposizione, ma spesso non è facile orientarsi tra i requisiti, le scadenze e le procedure burocratiche. Molti si trovano spaesati, anche perché non sempre le informazioni arrivano in modo chiaro o tempestivo. Per questo, è fondamentale informarsi per tempo, rivolgersi a un patronato o a un CAF, e capire quali prestazioni si possono richiedere. In alcuni casi, ci sono anche possibilità di accedere a una pensione anticipata, come l’Ape Sociale, se si rientra in categorie svantaggiate o si hanno alle spalle anni di lavoro gravoso.
In definitiva, chi ha superato i sessant’anni e si ritrova senza un lavoro non deve sentirsi abbandonato. Il sistema, per quanto imperfetto, prevede alcune misure per accompagnare le persone fino alla pensione, garantendo almeno un minimo di stabilità. Serve pazienza, determinazione e, senza dubbio, una buona dose di informazione.