Il modello 730 per un defunto deve essere presentato dagli eredi per regolarizzare la situazione fiscale del contribuente deceduto.
Quando una persona viene a mancare, oltre al dolore e alla gestione di tutto ciò che riguarda la sfera personale e affettiva, si apre inevitabilmente anche un capitolo burocratico, che coinvolge direttamente gli eredi.
Uno degli aspetti meno conosciuti ma importanti riguarda proprio la dichiarazione dei redditi. Infatti, anche se il contribuente è deceduto, il Fisco non chiude automaticamente la partita. Il modello 730, in questi casi, va comunque presentato, ma con alcune specifiche particolarità. E spetta, appunto, agli eredi occuparsene.
Come presentare il modello 730 di un defunto
La logica alla base è semplice: il decesso di un contribuente non fa venir meno i suoi obblighi fiscali relativi all’anno in corso. Tutti i redditi maturati fino al giorno del decesso vanno comunque dichiarati. Questo serve sia per eventuali conguagli fiscali sia per evitare situazioni sospese con l’Agenzia delle Entrate. La legge infatti stabilisce che gli eredi subentrano anche negli obblighi fiscali del defunto, e dunque sono chiamati a presentare il modello 730 o, in alternativa, il modello Redditi PF, a seconda dei casi.
Non è raro che ci si chieda quando e come sia corretto agire. La prima cosa da sapere è che il modello 730 può essere utilizzato anche per i soggetti deceduti, a condizione che questi siano scomparsi dopo il 1° gennaio dell’anno di imposta di riferimento. Quindi, ad esempio, per il modello 730/2025, che fa riferimento ai redditi del 2024, deve trattarsi di contribuenti deceduti a partire dal 1° gennaio 2024. Se invece il decesso è avvenuto prima, non è possibile utilizzare il 730 ma si dovrà ricorrere al modello Redditi.

Il compito spetta agli eredi legittimi o testamentari, che dovranno agire in qualità di “dichiaranti per conto di”. Nella pratica, questo significa che il CAF o il professionista abilitato presenterà la dichiarazione a nome del defunto, ma sarà firmata dall’erede, che dovrà indicare i propri dati anagrafici e il grado di parentela.
Responsabilità civile e fiscale degli eredi
Il tutto può sembrare complicato, però la procedura è ormai abbastanza rodata. Basta essere in possesso dei documenti giusti: certificato di morte, codice fiscale del defunto, certificato di eredità o autocertificazione che attesti la propria posizione di erede. E poi ovviamente servono tutte le informazioni relative ai redditi percepiti dal contribuente fino alla data della scomparsa: pensioni, redditi da lavoro dipendente, immobili, eventuali detrazioni fiscali, spese sanitarie e così via.
Non va dimenticato che l’eventuale rimborso IRPEF spettante al defunto può essere riscosso dagli eredi, ma solo se si presenta una richiesta specifica, allegando la documentazione prevista. È una procedura distinta rispetto alla semplice presentazione della dichiarazione, e anche in questo caso è consigliabile farsi assistere da un CAF o da un professionista.
In definitiva, il modello 730 post mortem non è solo un atto formale, ma una vera e propria responsabilità civile e fiscale che ricade su chi eredita. Serve a chiudere i conti in sospeso, a evitare problemi futuri e, in alcuni casi, anche a recuperare somme che spetterebbero al contribuente scomparso. È un passaggio che, purtroppo, fa parte della gestione delle conseguenze di una perdita, ma che può essere affrontato con chiarezza e precisione, sapendo di fare le cose nel modo corretto.





